Scenic roads verso la Monument Valley
L’itinerario che segue vi condurrà nella suggestiva Monument Valley, dopo aver viaggiato on the road lungo le strade al nord dell’Arizona, raggiungendo Four Corners (vedremo cos’è) e oltrepassando il confine con lo Utah. E’ un percorso estrapolato dal mio viaggio lungo la Route 66, infatti si tratta di una delle deviazioni che vale la pena effettuare mentre si percorre la Strada Madre, per poi ritornare su di essa lì dove la si lascia o al massimo qualche miglio più avanti a seconda della deviazione stessa. L’ho infatti inserito negli articoli della Route66 perché può interessate a chi percorre quella strada.
Lasciamo la Route66 a Flagstaff proseguendo in direzione nord lungo la US89. La strada abbastanza monotona rispetto alla R66, fino ad imboccare la US160 che arriva a Kayenta, città di riferimento per la Monument Valley.
A Kayenta già sono stati percorsi 250km e basterebbe continuare per altre poche miglia e ritrovarsi all’ingresso della Monument Valley, ma il programma è diverso e prevede la visita al tramonto, arrivando alla grande area Navajo da nord e quindi dallo Utah.
Kayenta mi lascia un pò insoddisfatto, non sognavo una grande città ma trovandosi a ridosso di uno dei più importanti parchi degli USA (la Monument Valley non fa parte dei National Parks, è gestito dai Navajo) la credevo più suggestiva. Invece si presenta come un agglomerato urbano di piccole casette una dopo l’altra nel bel mezzo di distese desertiche, due strade principali che la attraversano e per il resto benzinai, fast food e market.
Senza dimenticare di mettere un’ora indietro per il fuso Navajo, si continua lungo la US160 in direzione Four Corners, ovvero l’unico posto al mondo in cui 4 stati si incontrano tutti in un punto, formando quindi 4 angoli retti. Da Kayenta bisogna percorrere 125km e fermarsi ogni tanto per guardarsi intorno è un obbligo. Un paesaggio vasto e dai colori caldi difficile da spiegare, fortunatamente le foto lasciano immaginare ma dal vivo è tutt’altra cosa.
Un vero e proprio vuoto urbano per molte miglia, mentre la strada si distende nel deserto rosso, come un serpente.
Si raggiunge l’incrocio con la US191 che da lì conduce direttamente a Bluff andando da sud a nord, ma proseguendo dritto e macinando miglia su miglia, la US160 pian piano va verso nord est, oltrepassando anche Teec Nos Pos fino a raggiungere la meta.
Per raggiungere Four Corners le indicazioni sono tante quindi è impossibile sbagliarsi. L’accesso costa 3$ a persona (anno 2011) e c’è un ampio parcheggio. Il posto non si può definire bello, ma sicuramente piace per la sua unicità. Un grosso spazio dove tanti venditori locali e spesso nativi, circondano una zona nella quale è posto il confine dei quattro stati: Colorado, Arizona, Utah e New Mexico. Un confine che converge tutto in un punto e sedersi su di esso significa trovarsi in quattro stati contemporaneamente. La visita non dura molto, perché tra foto ricordo e un’occhiata ai banchi dei venditori, va via al massimo mezz’ora o poco più.
Nei pressi del parcheggio c’è anche una zona pic nic con tavoli e panche all’ombra e vi garantisco che l’ombra è davvero necessaria nel periodo estivo, quando le temperature vanno abbondantemente oltre i 40°C nell’ora di punta. Ma il paesaggio del Colorado che si estende sullo sfondo è incantevole e si finisce per guardarlo quasi imbambolati.
Da Four Corners si prosegue imboccando la US260 fino all’incrocio con la US41, che conduce fino al confine Colorado-Utah, dove prende il nome di US162.
Il paesaggio diventa ancora più suggestivo della US160 e anche il caldo non scherza…in auto sembra quasi che l’aria condizionata non riesca a raffreddare l’ambiente, soprattutto sul parabbrezza dove il sole picchia fortissimo.
La strada è accompagnata dal San Juan river che scorre non troppo lontano, si attraversa Montezuma Creek, ma di abitazioni nemmeno l’ombra, finchè non si giunge a Bluff, un caratteristico borgo dove una sosta è un’ottima idea. Sotto le alte Twin Rocks c’è l’omonimo trading post, auto d’epoca abbandonate e poche casette in legno che riescono a vantarsi di un piccolo giardino grazie alla vicinanza del river.
Da Bluff la strada prende il nome di US163 Scenic e porta a Mexican Hat, cioè alle porte della Monument Valley. Il paesaggio? Avete presente quello del cartone del Coyote e BeeBip? OK…è proprio quello lì!
Mexican Hat prende il nome dalla roccia a forma di cappello messicano, sotto la quale c’è anche un breve e piacevole “off-road”.
Laddove termina il percorso off-road, si presenta quel fantastico orizzonte che tante volte si vede nelle foto di viaggio della Monument Valley. La strada discende nell’immensa vallata e arriva sotto alle grandi rocce, o meglio butte.
Una volta fatto ingresso al Tribal Park della Monument Valley (ingresso a pagamento circa 20$ per auto con non oltre 4 persone a bordo) , c’è un percorso a forma circolare, a parte il primo tratto rettilineo.
Tutto è gestito dal popolo Navajo, compreso l’albergo dal quale si ha una vista mozzafiato sull’intera vallata. All’ingresso c’è anche un visitor center dove si possono prenotare escursioni (a cavallo ad esempio) e altri servizi. Info dettagliate sul sito del parco.
Il percorso in è sterrato, ma adatto a tutti i tipi di auto, ovviamente più comodo se si tratta di fuoristrada. Ci sono 11 tappe numerate che indicano i view point. Le prime 3 soste sono poste sul tratto iniziale a doppio senso di marcia, mentre le altre sono lungo il percorso circolare a senso unico.
Molto bello il punto 4, noto come John Ford’s point dove è possibile scattare una foto a cavallo, pagando pochi dollari al Navajo. Il paesaggio è sempre più bello con l’avvicinarsi del tramonto, per questo motivo è preferibile andarci nel pomeriggio.
Dopo la visita si può dormire al bellissimo View Hotel del parco godendosi l’alba del giorno dopo sulla Valley e dove i prezzi sono ovviamente elevati, oppure dirigersi verso le città più vicine, come Kayenta.
Nel mio viaggio ho pernottato a 150km sud-ovest dal parco, nella città di Tuba City. Non è molto piacevole guidare in orario serale, col buio pesto e nel bel mezzo del nulla, però in questo modo non solo si risparmiano molti soldi per il pernottamento, ma ci si avvicina anche al National Park del Grand Canyon se si ha intenzione di visitarlo il giorno dopo, come è accaduto a me.
La valutazione come sempre è molto soggettiva in base alle proprie necessità e itinaraio. Nei pressi della Monument Valley ci sono anche tante altre zone e parchi che sono altrettanto suggestive, come Page e l’Antelope Canyon. Chi ha qualche giorno in più può dirigersi anche verso quelle zone e ne vale davvero la pena, sia per bellezza sia per unicità nel mondo.
Ecco il percorso descritto in questo articolo su google maps:
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