Route 66 – Da Oklahoma City ad Amarillo
Oklahoma City – Amarillo è una tappa classica della Route 66, una di quelle che si trovano in tutte le pianificazioni, a differenza delle altre tappe spesso modellate diversamente dai viaggiatori in base alle esigenze. Una tappa che oltre ad essere bella, definirei “coinvolgente”, grazie a diversi stop molto particolari e talvolta di grande interesse storico. Un esempio è proprio la prima sosta nella piccola Hydro, dove c’è Lucille’s, la prima stazione di benzina della Phillips66, compagnia petrolifera americana risalente al 1917.
Superata anche la città di Weatherford, si giunge a Clinton, dove vi è uno dei due importanti musei della Route 66 in Oklahoma. Il secondo è 30 miglia più avanti nella cittadina di Elk City. Visitare questi due musei è qualcosa che consiglio vivamente. Non solo perché il prezzo di ingresso è veramente irrisorio, ma la ricchezza storica sulla Route 66 che mostrano è davvero eccezionale. Oggetti, poster, foto, cartoline, vestiti e tanto altro concerne la Strada Madre dagli anni 20 ad ora. Il museo sito a Clinton non è molto grande, seppure ricco di oggetti da vedere, mentre quello Nazionale di Elk City è molto esteso e prevede 3 diverse strutture collegate da una passeggiata su percorso in legno. Una camminata nella storia, mostrando la società americana lungo la Route 66 e le sue attività dell’epoca, dagli strumenti agricoli all’arredamento domestico, dalle auto all’abbigliamento. Tutto molto curato, dettagliato e tanto piacevole da visitare.
Un mio consiglio è quello di pianificare il proprio viaggio lungo la Route 66 in modo che la tappa Oklahoma City – Amarillo non venga percorsa di domenica. Questo perché i due musei aprono sempre alle ore 9 circa, tranne la domenica, giorno in cui aprono molto più tardi (alle 13 e alle 15) e quindi, trovandosi all’inizio della tappa, potrebbero far saltare tutti i vostri piani.
Dopo Elk City si prosegue in Oklahoma, si supera il confine Texano e dopo 100km di Route 66, si giunge a McLean. Un vero gioiello! Se la tappa è quella Oklahoma City – Amarillo, mediamente si visita questo piccolo borgo in orario pomeridiano, quando le strade sono molto isolate. In verità ho seri dubbi che non lo fossero anche in altre ore considerando che la sua popolazione raggiunge e non supera gli 800 abitanti. Officine molto datate, un’antica Philips66, murales e la main street col suo manto stradale di mattoncini rossi. Basta meno di un’ora per visitarla tutta ma ne vale davvero la pena.
Intanto la Route 66 continua ininterrottamente lungo il paesaggio del Texas, tra praterie non più verdeggianti come quelle dell’est e spesso si scorgono distese di grossi bovini al pascolo nei noti ranches, visti e rivisti in tanti film.
Già da molte miglia si intravede la grande croce di Groom, un piccolo paese di 500 abitanti noto proprio per questa installazione alta 58 metri (si dice sia la più alta al mondo!).
Una volta arrivati sul luogo si riesce a capire meglio di cosa si tratta. Come un angolo di pace nel bel mezzo di una vasta prateria, c’è una croce centrale e tre piccole croci su una collinetta, rappresentando il Calvario. Intorno alla croce principale vi sono le varie postazioni della via crucis, ognuna con una composizione scultorea che la descrive.
A Groom segue Conway col suo Bug Ranch. Una sorta di mini-città-fantasma, con una stazione di benzina abbandonata e una fila di Volkswagen piantate nel terreno ad imitazione del famoso Cadillac Ranch di Amarillo.
Finale degno della bellissima tappa Oklahoma City – Amarillo è la cena (OBBLIGATORIA!) al Big Texan Ranch. Una grande steak house in pieno stile texano, famosa per il suo piatto preparato con una bistecca da 72Oz.
Per maggiori dettagli sul luogo leggete il mio articolo Route66. Dove ho mangiato?
Veramente curioso ed originale come viaggio.
Un po’ alla Hazzard!