Route 66 – Missouri, tra boschi e murales
Un’intro leggermente “off topic”, come direbbero sui forum, ma vale la pena farla, pur non essendo relativa solo al Missouri…
Non si può nemmeno lontanamente immaginare quanto sia entusiasmante l’ora della colazione nei motel lungo la Route 66! E’ qualcosa di sublime. In qualche occasione mi son fermato per un attimo a guardarmi intorno, distaccandomi dal contesto e divertendomi a seguire quel trambusto ordinato. Nei motel lungo la Route66 pernottano, per la maggior parte, tutti coloro che percorrono la Strada Madre. Ciò significa che l’orario della sveglia, quello di colazione, di preparazione dei bagagli in auto, spesso possa coincidere per tutti, con ogni effetto che ne puo’ derivare. Il via vai di persone ancora mezze assonnate, i tizi seduti con in una mano il caffè bollente e nell’altra la mappa per studiare la tappa del giorno, le porte delle varie stanze che continuano ad aprirsi e a chiudersi insieme alle portiere delle auto. Un’ora, o forse due, di massima turbolenza, finché tutti mettono in moto e vanno via. Pian piano diventa qualcosa di abituale, ma la prima mattina vi resterà impressa e non si dimentica più.
Dopo la partenza da St. Louis, lo scenario non è molto diverso da quello della tappa precedente. Anche il Missouri, come l’Illinois, si presenta ricco di verde, con interminabili distese di boschi. Una zona perfetta per iniziare a guidare alla buon’ora, soffermando lo sguardo sulle isolate abitazioni con steccato e giardino. Ed è proprio costeggiando questa distesa verde, che di tanto in tanto viene interrotta da piccole frazioni vagamente più abitate, si superano i primi 100 km giungendo ad una delle attrazioni di tappa: le Meramec Caverns. Una preziosa zona immersa nella natura nei pressi di Stanton, dove è possibile visitare le grotte calcaree formate in milioni di anni dall’erosione dell’acqua. Il nome Meramec è dovuto proprio all’omonimo fiume che attraversa la zona e le caverne si dice siano state il nascondiglio del bandito Jesse James.
Un luogo da non perdere sia per una breve sosta, sia per una sosta prolungata, dato che sono tante le possibili attività da poter svolgere oltre alla visita delle caverne (date un’occhiata qui). Anche una visita al negozio di souvenir non guasta.
Intorno all’ingresso delle caverne c’è un grosso parco all’ombra di alti alberi dove è possibile fare picnic e campeggio, mentre nei pressi del parcheggio c’è un laghetto sul quale si affaccia la Cavern Zipline, un lancio nel vuoto lungo la corda che collega due diverse zone del parco.
Lasciata Sullivan e le caverns, segue Cuba, la città più ricca di murales di tutta la R66, che in questo tratto alterna boschi fitti con piccoli borghi abitati. Arrivati a Cuba (impossibile non accorgersene!) conviene parcheggiare subito e passeggiare tra le stradine della città. Noterete immediatamente di come si tratti di un museo di murales all’aria aperta.
Se siete fotoamatori o in generale amate scattare foto, a Cuba vi potrete divertire. I murales della città raccontano la guerra di secessione, la R66 e tante altri scenari tipici di quella zona degli States, narrando la loro quotidianità nel tempo.
Poco distante da Cuba va fatta un’ulteriore sosta al Fanning66 Outpost, dove vi è esternamente una sedia gigante. Nella mia visita la giornata era pessima, goccioloni assurdi non mi hanno permesso nemmeno una foto ai piedi del grande dondolo, ma in ogni caso il solo ingresso al negozio mi è bastato. Sembra quasi di entrare in una baita e di vivere qualcosa a metà strada tra la montagna e il Natale, in riferimento a ciò che vendono. Se cercate una palla per il vostro albero di Natale con lo stemma della R66, questo è il posto giusto!
Usciti di lì si prosegue parallelamente all’Interstate verso Rolla, che viene annunciata dal Mule Trading Post, ennesimo negozietto di souvenir. Per chi non ha avuto ancora il piacere di percorrere la Route 66, può sembrare un pò monotona questa continua visita di negozietti a tappe, ma vi assicuro che non è cosi’. E’ molto difficile spiegarlo con le parole, ma si tratta in effetti di punti caratteristici dove la bottega è solo qualcosa di secondario, perchè in ognuno di questi luoghi ci sono murales, vecchi ranch, automobili d’epoca e tutto quello che può far parte della storia di questa strada. Nel caso del Mule Trading Post ad esempio, c’è un contadino gigante all’esterno con le braccia rotanti, mentre alle spalle del negozio c’è un vecchio ranch con una costruzione in legno abbandonata e due auto d’epoca. I negozi non vendono tutti le stesse cose, solo i souvenir sono pressoché uguali (tazze, calamite, bicchierini, targhe, etc), poi ci sono anche altri gadgets molto interessanti che si distinguono di luogo in luogo, come fumetti e libri usati, dischi, oggetti strani, manufatti in legno o ferro, etc.
Se in questa tappa vi siete messi in viaggio al mattino, a questo punto del percorso sarà sicuramente l’ora di pranzo e per vostra fortuna vi troverete a pochi km dal punto giusto. Nei dintorni di Doolittle la R66 coincide con la I44 e poi la lascia all’uscita 172 per addentrarsi nuovamente in un paesaggio boscoso. Dopo qualche miglio davvero suggestivo con uno spartitraffico naturale di erba, c’è Devils Elbow col suo famoso Elbow Inn bar, uno dei luoghi che più mi ha affascinato nel mio viaggio. Qualche foto al ponte in ferro che si trova a circa 50 metri dal bar e poi spazio alla fame, all’interno vi aspetta un personale socievole e caloroso che vi spiegherà tutto il menu’. Seguire i loro consigli non è affatto male. Alla vista del bar mi aspettavo fosse molto limitato in quanto a cibo, invece la scelta per il pranzo è davvero ampia (ne parlo anche nel mio articolo su “Dove ho mangiato” lungo la R66). A parte il cibo buonissimo, l’ambiente è eccezionale: biliardo, juke box funzionante e motociclisti Harley che entrano ed escono. Al soffitto una miriade di reggiseni lasciati e firmati da clienti.
Dopo l’avventura a pranzo nel Elbow Inn bar si attraversa il ponte del 1923 e si continua lungo un piacevole tratto della Route 66. A Waynesville si incontra un altro GIANT, versione rana, ovviamente ennesima foto ricordo (leggi l’articolo della prima tappa per capire cosa è un GIANT). Quindi si giunge nella città di Lebanon, molto importante per quanto riguarda la sua storia legata alla R66. Uno dei primi motel della Mother Road nacque proprio lì nel 1927, il Camp Joy, ed era composto da sole tende prima di passare alla costruzione di cottages. Dopo Phillipsburg e Conway si giunge alla terza città del Missouri, ma dal nome molto comune: Springfield. Qui a parte le famose Fantastic Cavern (fuori città) è possibile anche recarsi al R66 Visitor Center. Da Springfield in poi ci sono ancora tanti richiami alla storia della Route 66, tra auto antiche e vecchi distributori di benzina Texaco si giunge a poche miglia dall’ultima città del Missouri, Joplin. Una sosta intermedia consigliata è quella al 66 Drive In di Carthage, antico, curato e ancora funzionante. Mi fermo qui prima della prossima tappa e nuovo stato, anzi nuovi stati, perché prima di giungere in Oklahoma c’è un breve e intenso tratto in Kansas…be tuned!
Grazie dell’articolo illuminante!