Route 66 – In Arizona da Gallup a Flagstaff
Questa tappa segna l’ingresso in Arizona, uno degli stati più turistici della Route 66. Non solo per la presenza della Strada Madre, ma anche perché è da qui che, chi la percorre, spesso si stacca momentaneamente dalla Route 66 per raggiungere uno o più dei tanti parchi presenti lungo il confine nord. Nomi noti come la Monument Valley e il Grand Canyon sono alcuni esempi plateali di questa zona degli Stati Uniti.
D’ora in poi capiterà spesso di trovarsi in compagnia del popolo nativo, in questa zona c’è quello Navajo. Infatti nemmeno il tempo di lasciare Gallup, che subito vale la pena fare una breve deviazione di 30miglia verso nord-ovest per raggiungere la Window Rock. Una suggestiva roccia rossastra con una fessura circolare al centro.
L’area, come tante altre in questa zona, non fa parte dei National Parks gestiti dal governo americano, ma è Riserva Navajo. Nel caso della Window Rock parliamo anche di sede del governo tribale della popolazione Navajo, la quale ha installato una statua memoriale dei “Navajo Code Talker”, ovvero quei nativi che prestarono servizio alla Marina statunitense durante la guerra mondiale sfruttando la loro lingua d’origine nell’invio dei messaggi, non comprensibili per il nemico.
Da lì basta prendere la Deviance Rd, in direzione sud, per ritrovarsi nuovamente sulla Route 66 in prossimità di Mentmore. Le indicazioni non sono così frequenti quindi bisogna stare attenti a non perdersi.
Proprio sul confine, località Lupton, c’è il Tepee Trading post, un grosso negozio situato all’interno di una grossa tenda indiana e il Chief Yellowhorse trading post con il confine NM-AZ tracciato all’interno.
Da lì in poi è un susseguirsi di località con negozi Navajo, tra cui anche l’Indian City.
A 100km dopo il passaggio in Arizona, si trova l’ingresso al National Park del Deserto Dipinto e della Foresta Pietrificata. Come in molti parchi statunitensi, anche qui c’è un percorso da seguire con i vari punti nei quali soffermarsi per poter ammirare il paesaggio (view points).
Per la visita bastano 3-4 ore fermandosi in tutti i punti e percorrendo anche qualche trail interno, che non si rivela mai molto lungo. Nell’ordine si visita prima il Painted Desert e poi la Pietrified Forest, un susseguirsi di colline multicolori il primo, una distesa di legno fossilizzato risalente a 225 milioni di anni fa la seconda, la più antica foresta del pianeta. Personalmente mi è piaciuto paesaggisticamente più il deserto dipinto che la foresta pietrificata, ma parliamo di standard molto alti di spettacolo naturale. Sono paesaggi davvero insoliti e inimmaginabili, simili a quelli lunari, con colori e sfumature che lasciano a bocca aperta, forse perché la nostra mente non riuscirebbe ad accostarli ad un paesaggio naturale prima di aver visitato questo parco.
All’uscita del parco c’è la US180 che conduce sulla R66 a Holbrook, un piccolo centro abitato in stile messicano dove potersi fermare a mangiare qualche pietanza locale. A Holbrook c’è anche il primo dei due Wigwam motel, quelli visti e rivisti nelle foto della Route 66 con le camere all’interno di una tepee pellerossa.
Da lì la R66 si alterna con la I40 e in molti tratti coincidono…a circa 10km da Holbrook c’è “Geronimo”, dove c’è anche il tronco pietrificato più grande mai trovato, oltre ad un trading post e alcune tende indiane. Sono tanti piccoli stop nel bel mezzo della terra dei nativi, quella di confine tra Navajo e Apache. Distese interminabili di sterrato e paesaggi infiniti con vegetazione scarsa, se non quasi assente.
E’ importante consultare sempre una guida per scoprire eventuali passaggi della vecchia R66 su fondo sterrato…esperienza stupenda se si è in auto off-road!
La prima sosta post-Geronimo arriva dopo un bel po’ di miglia a Joseph City, dove si trova un il Jack Rabbit trading post indicato dalla mega scritta “Here it is”. Anche qui vale la pena fermasi per qualche foto, (in particolare quella seduti in groppa alla statua del coniglio!) e una guardatina veloce al negozio in tema Route 66.
Dopo 25km si giunge nella carinissima e caratteristica Winslow, soprattutto se ci riferiamo al famoso “Standin’on the corner” con il gigante simbolo della R66 sull’asfalto dell’incrocio tra la W 2nd St e Kinsley Av. Il nome è preso dai famosi Eagles, quelli di “hotel california” per intenderci. Infatti all’angolo c’è anche una statua di Glenn Frey.
Dopo Winslow c’è un’altra breve deviazione da poter intraprendere…quella per il Meteor Crater. Infatti dopo 30 km si presenta l’incrocio tra la Route66 e la Meteor Crater Rd, una strada fantastica che sembra venir fuori dai libri di Kerouac.
Il luogo è stupendo soprattutto al tramonto, magari a poco dalla chiusura così non c’è molta gente. Si può salire su un punto panoramico sul gigante cratere creato dalla caduta di un asteroide e apprezzare da lì anche il paesaggio sterminato dell’Arizona.
Se non vi piacciono argomenti legati ad astronauti, spazio e quant’altro, risparmiatevi questa deviazione, in caso contrario ne vale certamente la pena, spendendo intorno ai 15$ per entrare. All’interno si può ammirare la capsula di test della missione Apollo, un pezzo del meteorite grosso circa 80cm, diverse esperienze virtuali legate all’impatto dei meteoriti sulla terra e una proiezione per assistere ad un documentario sul meteorite.
Dopo questa deviazione, mancano solo 50km per raggiungere Flagstaff, termine della tappa. Una città sicuramente da visitare, perché tra le più importanti attraversate dalla Route 66 e spesso utilizzata come base prima di deviare poi verso Grand Canyon, Monument Valley e gli altri parchi naturali sul confine Arizona-Utah.
Un appunto importante per i viaggi Coast to Coast ed in particolare in questa zona degli Stati Uniti…spostandosi dalla costa est a quella ovest si cambia tre volte il fuso orario, quindi appuntatevi quando vanno spostate le lancette indietro di un’ora. In più i territori Navajo (ad esempio la Monument Valley) utilizzano un fuso orario diverso rispetto all’Arizona, quindi in quella zona è necessario spostare le lancette di un’ora avanti rispetto all’ora legale.