Route 66 – Dal Kansas corner ad Oklahoma City
Joplin, ultima città del Missouri prima del confine col Kansas, da cui dista poco più di 6 km. L’attraversamento della R66 in Kansas è veramente breve, solo 13 miglia nell’angolo sud est dello stato e proprio per questo il tratto è detto “corner of Kansas”.
Galena è il primo borgo da attraversare, ci si ritrova subito alla stazione di benzina “4 Women on the Route”. Tra le tante auto parcheggiate c’è anche il carrattrezzi che ha ispirato il disegno del personaggio più famoso di “CARS”: Cricchetto. Se siete appassionati di film d’animazione ed in particolar modo del film Pixar che narra la storia della Route66, alla vista di Cricchetto capirete la grandiosità dei disegnatori nel riprodurre la realtà. Vi consiglio di entrare anche nel bar, piccolo, un po’ spartano, ma molto in tema.
La seconda cittadina, quella di Riverton, è famosa per il rainbow bridge, un ponte bianco costruito sul torrente Creek nel 1923. Si trova dopo aver attraversato il piccolo centro della città, voltando a destra alla prima rotonda e seguendo l’indicazione Beasley. Si prosegue lungo una strada secondaria rispetto alla principale che esce da Riverton. Quello è l’antico tratto della Route 66 che dopo il ponte conduce in ogni caso a Baxter Springs, terza città di questa breve tappa in Kansas. Un agglomerato di piccole case caratteristiche e vecchie officine per automobili, tra cui spicca il “Café on the Route“.
Dopo questa piccola parentesi in Kansas, un cavallo finto e il cartello stradale col nome dello stato indicano che si è giunti in Oklahoma, uno degli stati più importanti per la riqualificazione della Strada Madre, sulla quale ha investito tanto a livello turistico, dando vita anche a molti musei.
Il primo stop è il McDonald’s più grande del mondo, o anche GlassHouse, visibile come un ponte dall’interstate, ricorda le Pavesi e gli Autogrill che troviamo anche lungo alcune autostrade italiane.
Se si arriva lungo la Route66 bisogna entrare a piedi nel piccolo cancello che dalla strada periferica del paese immette nel parcheggio del McDonald’s, ma in verità si accede direttamente con l’auto se si viaggia sull’I44 dopo l’uscita 289. Più che mangiare (nulla di diverso rispetto a tutti gli altri McDonald’s), consiglio di dare un’occhiata alla storia della sua costruzione e il riferimento a Will Rogers, storico personaggio della Mother Road.
Dopo Vinita si prosegue fino a Chelsea e Foyil, paesi tra cui c’è una deviazione di pochi km sulla 28A per raggiungere il Totem Pole Park. Una deviazione breve che vale la pena fare, in quanto pure non essendo l’unico Totem Pole in USA, vanta il più alto totem d’America. Semplice arrivarci essendo visibile dalla strada, parcheggio ampio e visita gratuita. Tra gli alti totem, nei quali si può anche entrare, c’è un negozio locale con tantissimi strumenti musicali in legno.
Basta una mezz’ora per visitare il Totem Pole con molta calma, negozio compreso, dopodiché si ritorna indietro raggiungendo nuovamente la R66. Il paesaggio intanto diventa sempre meno folto di verde e non ci sono più quelle distese di boschi come in Illinois e Missouri. Dopo la piccola Claremore, si giunge a Verdigris, luogo in cui la 66 si divide lungo due ponti che sovrastano il fiume sottostante. Non appena ne finisce l’attraversamento, a poca distanza sulla destra, c’è la grossa Balena Blu (the Blue Whale) in un piccolo stagno abbandonato. Anche qui vale la pena fermarsi per qualche foto ricordo essendo un noto simbolo di questo tratto della strada.
Solo Catoosa a questo punto ci divide da Tulsa, grande e moderna città a quasi 200km da Oklahoma City, termine di questa tappa.
Alle porte della città c’è un Hard Rock cafe’ e molti fast food dove si può fare una pausa pranzo. La strada prosegue verso la downtown, completamente attraversata dalla R66.
Se Miami è l’emblema dell’art Decò lungo la costa Atlantica, allora Tulsa lo è per il centro degli Stati Uniti. Particolarissime alcune costruzioni che sgusciano inaspettatamente tra gli alti grattacieli.
Terminata la downtown, si passa nuovamente dai grattacieli alle distese di terra. La strada è quella giusta, lo confermano i portapiante in cemento ai lati della strada col logo della R66. Dopo pochi km si giunge a Red Fork, dove un treno fermo su un binario morto merita una pausa.
Seguono altri piccoli borghi, con una successione molto più frequente rispetto a quanto accadeva in Missouri ed Illinois. Prima Sapulpa, Kellyville, Bristow e la carinissima Depew, poi Davenport e Warwick, infine Arcadia, spesso considerata ultima sosta prima di Oklahoma City, distante da quest’ultima poco più di 30km.
Ad Arcadia c’è il Round Barn, una costruzione rossa con una grossa cupola, terminata nel 1898 con lo scopo di depositare fieno e bestiame, ma poi utilizzata in seguito come luogo sociale della città, soprattutto per manifestazioni musicali grazie alla possibilità di un’ottima acustica. Nei pressi del Round Barn, vicino ad un distributore Philips66, c’è uno spazio con tanti veicoli antichi parcheggiati, sia auto che trattori e dall’altra parte della strada c’è un’area che ricorda un borgo fantasma del vecchio far west, con un saloon tenuto abbastanza male dove sembra si sia fermato il tempo. Un cartello ricorda che abbiamo percorso 798 miglia da Chicago e ne mancano 1437 per raggiungere Hollywood.
Lasciata Arcadia manca poco per Oklahoma City. Si passa davanti ad una bottiglia gigante chiamata POPS, dopodiché ci si ritrova nella capitale dello stato. Una città con tanto verde, ma anche ricca di musei interessanti, come il National Cowboy Hall of the Fame and Western Heritage Center, nel quale tra tanti oggetti interessanti si trova anche la collezione di pistole donate da John Wayne.