Ride for Children day14: Nancy – Esch sur Alzette
Fa stranissimo svegliarsi e pensare che è l’ultima tappa, ma strano o no che sia è proprio così, mancano scarsi140km per raggiungere Esch-sur-Alzette in Lussemburgo e l’aspetto più bello è il fatto che siano anche tranquilli, quasi tutti lungo la ciclabile del fiume Mosella, totalmente pianeggianti a parte il finale che ha qualche pendenza, ma il finale è il finale, non bisogna manco farsele certe domande sulla possibilità o meno di affrontare qualche km di salita dopo tutto quello che si ha alle spalle.
Il camping Campéole Le Brabois di Nancy è immerso nel totale silenzio alle ore 6.30 quando apro gli occhi. Temperatura abbastanza fresca, complice il fatto che sono un po’ in quota rispetto alla città. Sgonfio il materassino, smonto la tenda, metto tutto nei bagagli e preparo la bici. Pensare di non doverlo fare più è qualcosa a metà strada tra la gioia dell’arrivo, della riuscita e la malinconia di un’avventura che volge al termine.
Faccio partire sul garmin la traccia numero 14, quella del 14esimo giorno, come avevo pianificato il tutto già prima di partire. Ne un giorno in più ne uno in meno. E’ vero che certi viaggi devono essere più liberi da pianificazioni così precise, ma il fatto di essere riuscito a pianificare e rispettare 1900km in 14 tappe, dove c’erano luoghi e zone che non conoscevo minimamente, mi regala una bella soddisfazione.
Esco dal camping e mi catapulto giù lungo le discese che portano al centro di Nancy. Fa un freddo bestiale a quest’ora, sicuramente anche per il vento apparente dovuto alla discesa. Raggiungo il centro in pochi minuti, la città è vuota e silenziosa. E’ il momento per una bella colazione francese con croissant, fatta all’interno del mercato centrale, che a quell’ora stanno ancora sistemando.
Mi dirigo verso l’immensa piazza Stanislao. Molto bella così come le strade che la circondano, che sanno molto di un passato nobile e ricco della capitale della Lorena. Eppure nonostante tutto questo barocco e questa bellezza, Nancy non mi colpisce molto, come accaduto con tante altre città francesi che ho visitato in precedenti viaggi.
Lascio la piazza e continuo lungo un lato del parco de la Pepiniere, fino ad incontrare le poche centinaia di metri che mi mancano per raggiungere il fiume della Meurthe, che attraversa Nancy e nella sua periferia nord si getta nella Mosella. Nella pratica si tratta di un affluente di un affluente. dato che la stessa Mosella a nord finisce nel fiume Reno.
Dal ponte che mi permette di accedere alla ciclabile del fiume, fino al punto in cui il fiume stesso si versa nella Mosella, sono circa 10km intervallati da qualche passaggio da una sponda all’altra. Ci sono diverse imbarcazioni che rendono palese il ruolo che hanno questi fiumi per il trasporto di materiale tra le città che attraversano.
La tappa è tale da essere divisa quasi perfettamente a metà dalla città di Metz, la quale è decisamente ottima per fermarsi a pranzo. Il tragitto della Mosella che porta a Metz è meno trafficato di bici, perché quasi tutti quelli che si cimentano a percorrere la ciclabile del fiume partono da Metz e vanno verso nord fino a raggiungere la terra tedesca, quindi in queste prime decine di km sono principalmente solo ed è qualcosa di fantastico considerando la bellezza del posto.
In diversi punti lungo il fiume ci sono delle vere e proprie isolette o piccole zone verdi nelle quali si creano canali d’acqua. Qualche volta le attraverso, in altre il percorso si discosta qualche metro dal fiume per poi ritornarci o anche attraversarlo da una sponda all’altra come nel caso di pont de Scarpone nei pressi di Dieulouard.
Lungo il lato sinistro del fiume arrivo a Pont-a-Mousson. Sull’altra sponda si erge alta la chiesa di San Martino, uno dei simboli gotici più importanti di questa zona. Ma ciò che mi balza di più agli occhi è il contachilometri che alle ore 11 mi mostra un -100km all’arrivo.
Proseguo con pedalata costante, non veloce perchè c’è un bel vento contrario che me lo vieta e mi obbliga a godere di questa comoda ciclabile dagli scorci interessanti. Supero Pagny-sur-Moselle, dove trovo anche molte info riguardo la ciclabile della Mosella e la zona. Non so se è l’orario o l’avvicinamento a Metz, ma ora incontro più spesso persone in bici o a piedi lungo il percorso.
A Cogny-sur-Moselle passo nuovamente sulla sponda destra del fiume ma ci resto poco perché il percorso mi porta ad attraversare la moltitudine di piccole isolette che si formano sul fiume, creando luoghi dalla natura stupenda. Alla fine di questo percorso si apre la vista verso Metz, con qualche guglia gotica che spicca nel quadro della città in lontananza.
Entro nella città dal suo lato sud ovest ed in perfetto orario per mangiare. E’ stupenda in questa eccezionale giornata di sole, confermandosi bella come la ricordavo. Senza perdere troppo tempo a pensare dove e cosa mangiare, ritorno allo stesso street burger nei pressi del Moyen pont, come la scorsa volta in cui ci sono stato. Ricordo che il panino era buono e abbondante e so che non resterò deluso. Poi lì c’è uno degli scorci più belli della città attraversata dalla Mosella e vale la pena fermarsi un po’.
Terminata la pausa pranzo seduto sul muretto del ponte, riparto per un giro nel centro città, passando accanto alla cattedrale e al mercato cittadino. Sono le ore 14 quando lascio Metz seguendo nuovamente il fiume, perché la Mosella sarà il mio riferimento per almeno altri 35km fino a Thionville.
Dopo Metz la ciclabile non cambia veste, si ripropone così come l’avevo lasciata. La seguo sulla riva sinistra del fiume che continua a regalare scorci unici mentre scorre silenzioso verso nord. In queste prime fasi del pomeriggio il cielo diventa leggermente nuvoloso, ma non mi dispiace considerando l’orario e la pancia piena.
Ad un certo punto vedo il primo cartello con la scritta Luxembourg, relativo ai collegamenti autostradali con Parigi. Guardo il contachilometri e mancano solo altri 50km.
La ciclabile continua a porsi al centro del fiume, lungo stretti tratti su isolotti che si susseguono e procede così fino a Thionville o forse continuerà anche dopo, ma questo è il punto in cui io e il caro fiume dobbiamo lasciarci, perchè lui continuerà in direzione nord-est ed io invece devo andare verso nord-ovest, dove c’è il confine tra Francia e Lussemburgo, il terzo ed ultimo confine da superare.
L’arrivo a Thionville è segnalato anche lungo la sponda destra della ciclabile. Mi fermo a parlare con un signore belga anche lui in bici, che mi chiede in un italiano confuso, ma comprensibile, dove stessi andando. Dice di passargli lo smartphone così che mi possa scattare una foto, la quale mi costa una bella puntura di insetto con conseguente dolore nella parte interna del braccio. Fortunatamente non sono allergico, altrimenti sarei passato alla storia come l’uomo più sfortunato del mondo considerando che manca davvero poco all’arrivo.
Lasciata la ciclabile, Thionville si mostra grigia e isolata, complice il sole che ormai è totalmente oscurato dalle nuvole. Mi accorgo di essere a secco d’acqua e non ho visto alcuna fontana in tutto il giorno, quindi non penso che sarò così fortunato da beccarla proprio ora.
Mi fermerò al primo supermarket, anche se preferirei altro perché ogni volta con la bici carica è tutto poco pratico. Noto un bar e decido di entrare lì per farmi riempire una borraccia, che sarà sufficiente per questi ultimi 30km.
Entro e trovo un ambiente abbastanza poco tranquillo o almeno così sono le facce degli individui che lo frequentano, lo stesso è anche fuori, ma per la fretta di entrare non l’avevo notato. Alla fine mi osservano solo ma senza dire nulla. Borraccia riempita e riparto senza nemmeno voltarmi indietro.
A Hettange Grande altri cartelli con la scritta Luxembourg, non penso di aver mai provato più piacere nel vedere un nome di uno stato scritto su un cartello stradale.
Qui tutto un percorso particolare di campagna fino a Dudelange, prima città dopo il confine. Una scelta pensata e ponderata per evitare il blocco collinare che si trova un po’ più a ovest lungo il confine. Ho allungato di qualche km ma ho evitato un bel po’ di salite, trovando solo una strada in leggera pendenza fino alla fatidica scritta di ingresso nel Lussemburgo. Un momento di cui non serve spiegare nulla.
Pubblico sui social la foto del confine lussemburghese e il telefono scoppia di messaggi e telefonate, penso di non averne ricevuti mai così tanti in pochi minuti. Probabilmente tra foto, messaggi e necessità varie, mi sono fermato più volte negli ultimi 20km che in tutta la tappa.
Entro a Dudelange, dove sembra ci sia anche una piccola festa visto che tutti i bar sono affollati di persone. Dopodiché, a circa 10km dall’arrivo, il piccolo bordo di un marciapiedi mi coglie di sorpresa, facendo cadere me e la bici come un unico sacco buttato per terra. A parte qualche piccola escoriazione alla gamba e ai palmi delle mani, nulla di preoccupante e resto fermo a ridere pensando di quanto fosse stato assurdo farsi male proprio ora.
Intanto però sono costretto a mettere i guanti, perché all’arrivo mi aspetta un delegato del consolato italiano e Paolo De Martino, giornalista napoletano che vive in Lussemburgo e una stretta di mano sanguinante non è proprio il massimo.
Ennesimo stop ad un passaggio a livello, un altro ancora per mangiare una banana e poi ecco il cartello di ingresso a Esch-sur-Alzette, nella zona in cui la città costeggia i binari della ferrovia.
Dalla piazza del Municipio fino a quella della Resistenza è un’unica strada pedonale, Rue de l’Alzette, con un bel po’ di gente che a quell’ora passeggia e fa shopping. Ovviamente nessuno mi considera e mi conosce, ma nella mia mente è come se stessi da solo nella mia ultima pedalata trionfale.
In poche centinaia di metri mi tornano in mente tutti i 1900km che ho alle spalle, la fatica, la gioia, i momenti di tristezza e quelli di forza, il caldo, il freddo, le salite. Lo stupore nel pensare come diventano intensi di emozioni ed esperienze 14 giorni quando si viaggia per così tanti km e come spesso non abbiamo nemmeno la minima percezione di fin dove possiamo spingerci con le nostre forze.
Sono da poco passate le ore 18 del 6 luglio quando arrivo in piazza dove ad aspettarmi ci sono i miei genitori, mia sorella, mio cognato, il delegato del Console Italiano e mia nipote Chiara, inconsapevole piccola grande scintilla del tutto. E’ mercoledì e ho ancora qualche giorno da concedermi in Lussemburgo prima di tornare in aereo a casa.
Ho approfittato in questi giorni prima del ritorno per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta per Famiglia d’Africa e i bambini dell’Uganda, ma anche chi mi ha seguito, chi mi ha contattato, chi mi ha incoraggiato. Una folla di persone che virtualmente è stata con me in bici lungo tutto il percorso e ha avuto sicuramente un ruolo importante per il completamento del viaggio.
Dati tecnici di tappa
- Distanza: 138km
- Dislivello: 640m
- Tempo di pedalata: 7h 18′
- Velocità media: 18,9 km/h