Ride for Children day13: Colmar – Nancy
Mi sveglio riposato, carico, rinvigorito. Complice la notte tranquilla e rilassante, ma forse di più il fatto che sono agli sgoccioli e mentalmente la testa è già in Lussemburgo.
La mattina inizia con un obiettivo ben preciso, vedere la statua della libertà di Colmar, una di tante repliche di quella originale sparse nel mondo, che non poteva mancare nella città che ha dato i natali a Bartholdi. Inizialmente non so perché ma sbaglio strada, poi me ne accorgo e prendo la direzione giusta, trovandola lì al centro di una rotonda nella periferia della città. “Sbagliare strada” sarà un tema decisamente caratterizzante in questa tappa.
Dopo la statua continuo verso nord in direzione Selestat e mi ritrovo sulla Eurovelo 5 Romea Francigena. Una stupenda ciclabile immersa nei vigneti alsaziani, dove pedalare è un piacere immenso.
Incontro molte persone in bici, tutte in direzione nord, la maggior parte di loro non sono in viaggio ma in sessioni di allenamento o semplice sgambettata mattutina. Rapido saluto e ci perdiamo quasi subito di vista.
Attraverso il borgo di Bennwihr e tanti altri li osservo da lontano sulla mia destra. Una terra fantastica quella alsaziana, d’inverno come d’estate, mi ha fatto innamorare nuovamente della sua infinita bellezza.
Arrivo a Chetenois, borgo poco lontano da Selestat. Qui inizia la mia deviazione verso nord ovest, per andare al di là dei Vosgi, terza e ultima catena montuosa del viaggio.
Anche questo passaggio è frutto di studi su mappe e percorsi altrui per capire quale fosse il punto giusto per affrontare i Vosgi, con meno pendenze e altezze minori. L’alternativa ugualmente fattibile, poteva essere quella più a nord deviando a Salisburgo, ma avrei allungato un bel po’ di km.
Poco prima di Villè ritorna la tipicità nelle costruzioni, ma è leggermente diversa da quella a valle. Sono casette con tetti a spioventi molto pronunciati e tutte circondate da vasti giardini e qualche prato. Principalmente sono solo. Solo di tanto in tanto qualche auto o qualche persona vicino alle abitazioni che sta tornando o partendo.
Villè invece è una vera e propria cittadina, ovviamente proporzionalmente a quanto visto finora durante la salita. Molto bello passare nel suo centro con piccole case colorate che si susseguono. Lo stesso qualche km dopo quando arrivo a Mainsongoutte, dove mi fermo qualche minuto perché c’è un bar e anche una fontana per riempire le borracce. Una tranquillità difficile da descrivere in questi piccoli paesi dei Vosgi, tra l’altro tenuti anche molto bene. C’è una cura maniacale di ogni dettaglio, che sia un edificio o un giardino o anche una piccola aiuola.
Sullo stesso tema segue anche la cittadina di Steige, più piccola delle precedenti, anche se nella fattispecie sono tutti paesi che principalmente hanno una sola strada principale e qualche traversa su ambo i lati. Al termine di Steige mancano pochissimi km al primo scollinamento, quello appunto del col de Steige, un passo posto a 534m slm. Ma anziché continuare e ritrovarmi dinnanzi ad un piccolo “muro” di 3km, preferisco allungare di un paio di km e salire col passo giusto senza sforzare. In fin dei conti pur salendo da diversi km, non ho incontrato difficoltà perché le pendenze sono basse e solo a ridosso dei passi aumentano leggermente. Quella stessa salita senza bagagli sarebbe poco più che una passeggiata.
Dopo qualche tornante sulla strada che si fa spazio tra altissimi alberi e auto nemmeno a pagarle, ecco il cartello del passo, col ristorante omonimo alle spalle, ma non vedo un’anima. Intanto il primo scollinamento è andato e ne resta solo il secondo, cioè quello del col du Hantz posto a 636m slm tra 12km. Ma ovviamente sarebbe troppo bello solo 100m di dislivello in 12km, quindi la strada prima mi fa scendere a 400m e poi quando restano 5km devo affrontare quasi 250m di dislivello in salita. Che non è nulla di impossibile, però quando ci sono 12 giorni di pedalate e più di 1600km alle spalle non dispiacerebbe qualcosa di meno complicato!
In ogni caso siccome la strada riscende, ritrovo scenari e vegetazione di qualche km fa e nuovamente qualche borgo, nella fattispecie ne sono due, uno è quello di Colroy la Roche e l’altro è quello di Saint Blaise la Roche. Due borghi in cui passo velocemente a causa della discesa, la quale termina proprio nel secondo dei due che tra l’altro è davvero carino. mancano poco più di 5km all’altro passo e con l’aumentare dell’altitudine ritornano i boschi, come se mi ritrovassi in un circuito chiuso dove si ripresentano stessi panorami e stessa vegetazione.
L’ultimo tratto risulta un po’ faticoso ma penso sia più dovuto al fatto che è il momento di mangiare qualcosa che la salita. Ecco il cartello del passo del col du Hantz. Qui trovo un monumento per ricordare il passaggio di una deportazione durante la seconda guerra mondiale e un edificio abbandonato con la scritta “ancienne frontiere”, il quale probabilmente fa riferimento al luogo dove sorgeva la frontiera tra Basso Reno e i Vosgi veri e propri. Non a caso infatti poco dopo c’è un cartello che indica l’inizio del dipartimento dei Vosgi.
Ora comincia la discesa vera e propria, lunga in direzione Nancy. Sarà molto ripida fino a Raon l’Etape, poi quasi pianeggiante fino a Nancy che dista 90km da qui. Intanto approfitto per asciugare il sudore della salita e dell’assenza totale di auto, per scendere a velocità abbastanza sostenuta. Ormai da qui al Lussemburgo non ci saranno più catene montuose da oltrepassare.
Dopo pochissimi km di discesa arrivo a Belval, pochissime case ma un bar ben evidente con tanto di persone all’esterno. Mi fermo subito per vedere se c’è qualcosa da mangiare perché la fame inizia ad essere davvero tanta. Fuori due ragazzi mentre dentro due persone che ci lavorano ma probabilmente il retrobottega è il posto dove si accede alla loro abitazione. Una situazione umanamente molto cordiale e bella che mi convince ancora di più della sosta.
Mi salutano festosi, guardano la bici carica e mi chiedono dove stessi andando in un francese molto comprensibile. Mi faccio preparare un panino al prosciutto e una birra fredda che consumo al tavolo fuori con i due ragazzi, così da stare qualche minuto in compagnia a scambiare qualche parola.
Dopo questo break toccasana sia dal punto di vista dello stomaco che della mente, mi rituffo nella lunga discesa e in pochi minuti arrivo ai successivi borghi, dove diverse targhe ricordano la prima guerra mondiale. Ora più che borghi sono vere e proprie cittadine, cosa che noto soprattutto da Senones in poi, quando anche la discesa ormai ha perso la sua intensità e devo pedalare per proseguire, anche se con molta scioltezza e rapporto veloce. Altra cosa palese è il fatto che discendendo dalle montagne ora a valle la temperatura è molto più alta e in quelle ore di primo pomeriggio si fa sentire.
Continuo lungo questa strada principale che di tanto in tanto attraversa città piccole o più ampie, poi per il resto tanta campagna e qualche zona industriale per diverse decine di km. Non perdo troppo tempo a fermarmi perché preferisco raggiungere Luneville, che dovrebbe essere il centro più importante della zona con qualcosa di interessante da vedere, essendo stata residenza reale.
Poco prima di Luneville lascio la strada di campagna che sto percorrendo e mi immetto su quella principale dove c’è un supermercato abbastanza grande. Approfitto per comprare un po’ d’acqua e frutta secca. All’uscita mi saluta un ragazzo bolognese che nota la bandiera italiana e resto a parlare con lui qualche minuto. Abita a Luneville da qualche anno e mi racconta pregi e difetti della zona.
Attraverso Luneville passando per il centro della città, che in effetti non è niente male. Ci sono un bel po’ di manifesti e addobbi per il tour de France in programma per il giorno dopo, anche davanti all’immenso castello che fu residenza del duca di Lorena.
Uscito da Luneville mancano circa 30km per l’arrivo a Nancy e molti di quelli sono lungo una comoda ciclabile sulle sponde del canale della Marne. Non è nemmeno molto tardi, nonostante avessi percorso molti km e potrei approfittare di visitare la città dopo aver preparato tenda e il resto al camping.
Ma ho decisamente fatto male i conti, perché il camping che ho scelto si trova nella parte più alta della città, raggiungibile con una salita che ricorda vagamente quelle di San Francisco. Quando pensavo di essere finalmente arrivato, mi ritrovo a dover affrontare 7km di cui la metà in una zona periferica della città molto trafficata e l’altra metà in salita con alte percentuali di pendenze, che per buona parte mi costringono a spingere a piedi la bici.
Complice ormai la stanchezza e maps, sbaglio anche strada per abbreviare il percorso e mi trovo prima in un parco privato e poi nel parco de Brabois, molto bello ma non in quel momento in cui l’unica cosa che desidero e raggiungere il camping.
Alla fine grazie a qualche indicazione gentile di alcune persone riesco a trovare l’ingresso del camping dall’altra parte del parco.
Alla reception pago i 24€ richiesti per la piazzola e l’utilizzo dei servizi igienici, poi scopro che il camping non ha nessun servizio ristorante e il piccolo negozio interno è orami chiuso, quindi sono costretto a recarmi al supermercato più vicino prima che chiuda. Guardando su internet noto che ce n’è uno a circa 3km dal camping e chiude entro i prossimi 15 minuti.
Per non perdere tempo lascio le borse posteriori della bici lì in custodia e mi butto nuovamente giù per la discesa sperando di fare in tempo. Fortunatamente la discesa ripida velocizza il tutto e in pochi minuti arrivo a destinazione, comprando il minimo indispensabile per una cena fai-da-te. L’unico problema è dover risalire nuovamente quel calvario e per completare l’opera, il gps mi porta in una aperta campagna per concedermi un bel tratto di sterrato finale e non farmi mancare nulla.
Quando arrivo nuovamente all’ingresso del camping, stanco e sudato da far schifo, il contachilometri segna più di 170km e penso per un attimo quanto sia stato assurdo l’arrivo a Nancy, ridendo da solo. Proprio quando avevo superato i Vosgi e tutto sembrava ormai terminato, si è presentato l’impensabile, solo perché nella preparazione del viaggio avevo cercato il camping e non avevo minimamente pensato di guardare se fosse alla stessa altitudine della città o no. Un altro insegnamento importante nella pianificazione di un viaggio.
A ripensarci dopo, se avessi saputo tutto ciò, avrei potuto cenare al centro di Nancy e poi salire al camping, così da evitare il via-vai al supermercato, fare un giro in centro e una volta su pensare solo a lavarmi e dormire o anche approfittare della piscina per fare un bagno.
Ovviamente si è fatto tardi, devo ancora montare la tenda, lavarmi e cucinarmi, quindi impossibile visitare la città ed essendo Nancy abbastanza importante, un po’ mi dispiace di doverla guardare velocemente l’indomani, all’inizio dell’ultima tappa.
E’ incredibile quanto possa essere intensa una giornata durante queste esperienze, rispetto ad una qualsiasi giornata di routine nella vita di tutti i giorni. Solo alle 23.30 riesco a infilarmi definitivamente nel mio sacco a pelo e cado nell’ultimo e profondo sonno in tenda di questo stupendo viaggio.
Dati tecnici di tappa
- Distanza: 173km
- Dislivello: 1307m
- Tempo di pedalata: 9h 32′
- Velocità media: 18,2 km/h