La Napoli Obliqua: la Pedamentina – #napolinside
Napoli come ho più volte detto in articoli e post social, ha tantissimi percorsi più o meno nascosti che in pochi minuti ci conducono dalla zona collinare al mare, scendendo (o salendo) lungo la cosiddetta “Napoli Obliqua”. Regina di questi percorsi è probabilmente la nota Pedamentina.
Ma cos’è la Pedamentina?
Pensate di essere nel XIV secolo e di voler costruire un edificio in cima alla collina del Vomero…come li portate i materiali fin lassù?
No, non venitemi a parlare di strade o di mezzi! Siamo agli inizi del 1300 e la collina del Vomero non è nemmeno minimamente paragonabile all’urbanizzazione attuale che ritroviamo da quelle parti.
Era una collina che alternava zone incolte a zone coltivate e qualche piccolo monastero lungo i fianchi, ma il principe ereditario Carlo d’Angiò decise che proprio quello doveva essere il luogo dove costruire la bellissima Certosa di San Martino per i frati (appunto) certosini.
Gli architetti incaricati furono Tino di Camaino e Francesco di Vito, gli stessi che in quel periodo lavoravano alla realizzazione dell’adiacente Castel Sant’Elmo. Come si dice…avete fatto 30, fate pure 31!
Quindi per trasportare i materiali utili a quella costruzione di pensò di dar vita ad un percorso che dal centro cittadino potesse giungere fin sopra la collina, ovvero la Pedamentina.
La prima Pedamentina era molto diversa da quella attuale, che nel tempo non solo è stata modificata e migliorata, ma nel frattempo fu utilizzata anche come sistema di difesa per la roccaforte. Oggi ha perso ovviamente quella funzione ed è un passaggio pedonale di ben 414 gradini per 650 metri di lunghezza, che permette di collegare il Vomero con il centro storico e in diversi punti regala bellissime viste sulla città e sul golfo.
Come posso percorrere la Pedamentina?
La prima cosa da fare è scegliere…in discesa o in salita?
Io propongo in discesa e non solo per un fatto di fatica, ma anche perché salendo dovreste continuamente guardarvi indietro per ammirare decine di scorci diversi sulla città.
E poi in discesa c’è la bellissima percezione di addentrarvi nel centro di Napoli, soprattutto se non vi fermate al Corso V. Emanuele dopo che sono terminati i gradini, ma continuate discendendo tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli, fino a giungere nella caotica via Toledo.
In ogni caso vi darò entrambe le info e poi decidete voi..
Per percorrere la Pedamentina in discesa bisogna ovviamente raggiungere il piazzale antistante la Certosa di San Martino, che vi consiglio vivamente di visitare, insieme al Castel Sant’Elmo ovviamente.
Ci sono infiniti modi di raggiungere quel luogo. I più semplici e veloci sono tramite le linee della funicolare e quella della metropolitana. Sconsiglio in generale l’auto a Napoli perché il centro è sempre piuttosto trafficato, si trova difficilmente parcheggio e i parcheggi privati non sono il massimo del risparmio.
Funicolare: si può giungere al Vomero con tre diverse linee funicolari. Quella Centrale che parte da piazzetta Augusteo su via Toledo, quella di Chiaia che parte alle spalle di piazza Amedeo e quella di Montesanto, che parte proprio a lato della omonima piazza poco lontana da via Toledo. Le prime due giungono lungo via Cimarosa e le rispettive stazioni sono distanti pochi metri, da lì al piazzale della Certosa sono circa 800 metri a piedi. La terza invece arriva alla stazione di via Morghen e da lì bastano pochi minuti a piedi fino alla Certosa.
Metropolitana: la fermata più vicina è quella di Vanvitelli lungo la linea 1, cioè la cosiddetta metropolitana collinare di Napoli. Da lì all’inizio della Pedamentina sono circa 10 minuti a piedi, come per la funicolare.
In ogni caso c’è anche il bus V1 che porta fino alla Certosa e ferma proprio nei pressi delle stazioni delle tre funicolari.
Per percorrere la Pedamentina in salita invece bisogna raggiungere il corso Vittorio Emanuele e anche qui ci può essere utile la funicolare, quella di Montesanto che ha proprio il corso come fermata intermedia e abbastanza vicina a dove iniziano i gradini della Pedamentina.
Altrimenti la passeggiata a piedi può iniziare dal centro storico e proseguendo lungo le scale di Montesanto, che di fatto vanno palallele alla funicolare, oppure lungo via Pasquale Scura, il prolungamento di Spaccanapoli lungo i Quartieri Spagnoli. E in quel caso di giunge sul corso proprio davanti all’inizio delle scale.
Ovviamente se la si fa in salita, per raggiungere di nuovo il centro vale tutto quanto detto per chi la fa in discesa, ma nel senso opposto dei mezzi pubblici. Così come le scale di Montesanto e via Pasquale Scura possono essere il continuo a piedi per chi la percorre in discesa.
Curiosità…
Riguardo la Pedamentina si raccontano tantissime storie che intrecciano fatti, leggende e racconti popolari. Tra quelle vere si narra dello scrittore Charles Baudeleire che abitò proprio in un’abitazione posta lungo le scale della Pedamentina, durante il suo periodo napoletano.
Così come la Pedamentina luogo di barricate e nascondigli durante la rivoluzione di Masaniello e le Quattro Giornate.
Tra le leggende tutti ricordano quella dell’amica immaginaria di una bambina, sulla quale si scoprì essere morta molti anni prima o anche la storia del noto fantasma della Pedamentina che si diverte a spaventare i passanti.
Al termine della Pedamentina c’è un cancello nel quale si dice i soldati reali lasciassero morire i nemici e la leggenda vuole che ancora oggi, passando lì vicino, si possano ancora sentire le urla degli imprigionati.
Panorami
Ma le leggende non devono lasciarci impressionare, anche perché si è così impegnati a guardare i mille scorci del percorso che qualsiasi fantasma passerebbe inosservato!
Le diverse rampe e le molteplici curve più o meno a gomito che compie la Pedamentina nel suo percorso, regalano panorami e viste diverse tra loro e una più interessante dell’altra.
Da quella più panoramica laddove inizia davanti alla Certosa, dove si può ammirare il noto panorama sul golfo di Napoli e il Vesuvio che fa da sfondo, ci sono poi gli scorci sugli orti della Certosa che accarezzano i fianchi della collina e man mano che si scende si può toccare con mano il centro storico della città, distinguendo benissimo Spaccanapoli e tutto il reticolato di strade e vicoli di quell’area urbana patrimonio dell’UNESCO