Una passeggiata nella Napoli di Totò – #napolinside
Totò, o meglio, Antonio Griffo Focas Flavio Angelo, Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, Altezza Imperiale, Conte Palatino, Cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e Illiria, principe di Costantinopoli, di Cicilia, di Tessaglia, di Ponto, di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e di Duraz…un nome che solo a leggerlo tutto ci verrebbe da dire col suo stesso stupore: “alla faccia di Cartagine e di tutti i cartaginesi!”
Il legame di Totò con la città di Napoli è più che noto, ma non tutti ne conoscono precisamente i luoghi rappresentativi …scopriamoli insieme in questo articolo!
Il primo luogo di Napoli che viene in mente pensando a Totò è senz’altro quello dove è nato e ha vissuto fino agli anni 20, cioè il Rione Sanità. Una zona della città compresa tra piazza Cavour e la collina di Capodimonte, dalla cui vicinanza probabilmente deriva quel termina “Sanità”, nel senso di zona salubre. Più che un semplice quartiere della città, il Rione Sanità si potrebbe definire un piccolo paese nella grande città, con le sue tradizioni, le sue storie e addirittura una parlata particolare del dialetto che, soprattutto nelle persone più anziane, differisce lievemente dal napoletano standard.
Relativamente agli aspetti più interessanti di questa zona, vi ho già detto qualcosa nel secondo articolo sul weekend a Napoli. Ora invece ci spiengeremo oltre, anche nelle zone meno frequentate dai turisti, per camminare lungo le stesse strade percorse a suo tempo dal Principe e scoprirne i particolari.
Iniziamo dalla nascita…
Totò è nato il 15 febbraio del 1898 in via Santa Maria Antesaecula al civico 109, l’edificio bianco posto dove la strada incrocia vico Sanfelice. Il luogo, considerando chi ci è nato, andrebbe valorizzato maggiormente, ma purtroppo c’è solo una targa sulle mura che ci permette di non sbagliare luogo.
Se saliamo lungo la stessa strada, sempre sulla destra, nei dintorni del civico 90, troviamo un busto di Totò realizzato nel 1990 dallo scultore Antonio Januario, per volere dell’Associazione San Vincenzo Ferreri.
A questo punto possiamo lasciare questa strada? Assolutamente no!
Perché questa strada stretta, cupa, malandata, sicuramente meno attraente della più popolata e sempre più turistica via Sanità, è l’essenza del quartiere. Quel quartiere dove Totò stesso passeggiava fino a tarda ora, aiutando spesso le persone bisognose e lasciando sotto le loro porte qualche soldo.
Via Santa Maria Antesaecula va percorsa tutta, ammirando e capendone la sua napoletanità fino in fondo…le case note meglio come bassi (abitazioni piccole a pian terreno) si susseguono l’una dopo l’altra. Qualche famiglia in strada porta anche tavolo e sedie o ci lascia lo stendipanni col bucato. Una miriade di altarini religiosi, dove tra tutti i santi spicca sicuramente San Vincenzo Ferreri, che qua in zona è noto come ‘o Munacone ed è venerato nella Basilica di Santa Maria della Sanità, nella piazza omonima.
I bassi, soprattutto d’estate, sembrano quasi bar all’aria aperta dove le famiglie conversano, addò se ‘nciucia (dove si spettegola a bassa voce), dove se passi c’è sempre qualche nonna che “giuvinò ‘o vulite ‘o café?” (giovanotto volete una tazza di caffè?), ma allo stesso tempo quegli edifici hanno anche i piani superiori, dove i balconi nonostante piccoli diventano emblema di un’attività frenetica e allo stesso tempo di relax. Dalla massaia che stende i panni tirando quelle corde che vanno da un lato all’altro della strada, al padre di famiglia che fuori a quel balcone prende un caffè seduto su una siggiulella (una piccola sedia), come faceva il grande Eduardo in “Questi Fantasmi“. E poi più che balconi sembrano botteghe, perché in quel piccolo spazio al muro c’è di tutto, meloni, aglio e pomodorini del Vesuvio, proprio per questo noti anche come “pummarole appese ‘o mazzo”.
Salendo e circondandosi di tutto ciò, dando una sbirciatina ai vicoletti che intersecano la strada, si giunge alla fine della strada e voltando a sinistra si trova subito la chiesa di San Severo Fuori le Mura. Qui, oltre alla bellezza dell’interno della chiesa, è possibile accedere anche alle catacombe, appunto Catacombe di San Severo.
Da questo luogo si potrebbe seguire via San Severo e arrivare alla Basilica, ma visto che parliamo di Totò, proviamo a rendere più “cinematografica” questa passeggiata.
Di fianco alla chiesa di San Severo c’è Salita dei Cinesi, una strada molto antica che per il suo nome lascia pensare ad un probabile insediamento di negozi e case abitate da persone orientali. Invece non è così, il nome è dovuto al Sacerdote Matteo Ripa che dopo anni da missionario in Cina, portò con se a Napoli alcuni ragazzi cinesi fondando il Complesso dei Cinesi, a poche decine di metri da San Severo seguendo proprio via Matteo Ripa.
Ma pensiamo a Salita dei Cinesi…percorrendola in salita lungo le mura della chiesa e procedendo lungo una serie di due tornanti, si raggiunge un edificio di via Guido Amedeo Vitale. Ora fermiamoci qui, guardiamo l’edificio, i due tornanti sotto di noi e sogniamo di ritrovarci nel lontano 1954 mentre una persona vestita da giullare, o meglio da Pazzariello, esce da quel palazzo e prosegue lungo i tornanti a suon di musica e circondato da ragazzini festosi.
E di chi parlo se non di Totò nella famosissima scena del capolavoro “L’Oro di Napoli”. Una scena che inizia proprio lì, in quel palazzo che rappresentò cinematograficamente la casa di Don Saverio Petrillo.
Totò travestito da Pazzariello, dopo aver percorso i tornanti di Salita dei Cinesi, continua lungo via San Severo e si ritrova in piazza Sanità dove c’è la famosa bottega da inaugurare a suon di “Attenzione! Battaglione!” (qui il filmato)
Ma piazza Sanità non è solo una parte del set del film, è anche la piazza dove Totò passava spesso come abitante del quartiere, per poi percorrere via Sanità e via Vergini fino a giungere a piazza Cavour in prossimità di Porta San Gennaro, di cui parlo nel primo articolo di #napolinside. Intanto essendo giunti in piazza Sanità, si può approfittare per una sosta in una delle migliori pizzerie della zona. Proprio lì di fronte alla chiesa e ai piedi del murales “Luce” di Tono Cruz, c’è la pizzeria Oliva di Carla e Salvatore. Un luogo del tutto inerente alla storicità del posto, dove è possibile assaggiare la pizza napoletana della tradizione e un’infinità di prelibatezze partenopee, dal fritto alle stuzzicherie tipiche della cucina napoletana. Se poi sarete fortunati, potrete assistere alla preparazione della pizza da parte del giovane figlio, che già promette bene e sicuramente continuerà con maestrìa e passione la tradizione di famiglia.
Dopo il pizza-break, si continua sulle orme di Totò, recandosi nella piazza che da poco è stata intitolata proprio all’attore napoletano.Piazza Totò si trova più avanti rispetto a piazza Sanità, dopo esser passati sotto al ponte di Santa Teresa degli Scalzi. Nella stessa piazza c’è il grosso monilite di Giuseppe Desiato con la sagoma subito riconoscibile.
Un altro simbolo che ricorda Totò è posto poco lontano dal Rione Sanità, cioè in piazza Cavour, dove nei pressi dell’ingresso della linea1, c’è una targa in sua memoria.
Per quanto riguarda i teatri di Napoli associabili a Totò, ce ne sono due: uno è il Teatro Trianon nel quartiere Forcella, poco lontano dal cosiddetto rettifilo (corso Umberto I). Lì Totò tenne una delle sue prime esibizioni prima di lasciare Napoli e recarsi a Roma. L’altro è il vecchio Cine-Teatro Ausonia, dove non ha mai recitato, ma che nel 1996 è diventato Teatro Totò in sua memoria. Si trova a pochi passi dal Rione Sanità, in via Cavara, una traversa di via Foria.
Per concludere la presenza di Totò a Napoli, non possiamo dimenticare il suo funerale tenutosi nella chiesa di Santa Maria del Carmine, vicino piazza Mercato e ovviamente la sua tomba, al cimitero che si estende da Poggioreale a Capodichino.