Le Terme Romane di via Terracina – #napolinside
Tra i gioielli poco noti del territorio partenopeo sicuramente c’è il complesso archeologico delle Terme Romane di via Terracina. Siamo nel bel mezzo del quartiere Fuorigrotta, tra lo stadio San Paolo e Agnano, lungo appunto via Terracina, una strada risalente all’ epoca fascista, quando nel 1939 il regime diede inizio ai lavori per la costruzione della Mostra d’Oltremare. E fu proprio durante quegli scavi che emerse quello di cui vi sto per parlare.
Camminando lungo questa strada in direzione Agnano, sulla sinistra all’improvviso spunta una piccola zona archeologica, che nonostante sia esposta a sole, pioggia e vento, lascia ancora trapelare la bellezza del tempo che fu.
E’ possibile visitarla gratuitamente grazie all’impegno del GAN – Gruppo Archeologico Napoletano, che cura il luogo e organizza visite guidate come quella a cui ho partecipato.
L’ingresso lascia subito spazio all’emozione di poter passeggiare sopra i grossi massi di pietra dell’antica strada che collegava la città di Neapolis a quella di Puteoli, l’attuale Pozzuoli.
Un collegamento che inizialmente era necessario percorrere lungo la cosiddetta “Via per Colles”, che dal centro di Neapolis giungeva a Puteoli, dopo aver attraversato la zona alta relativa all’attuale Vomero, nel Rione Antignano, per questo anche nota come strada Antiniana.
Chi conosce Napoli può immaginare benissimo che enorme giro doveva essere compiuto e così fu fino al primo secolo, quando si diede vita alla Crypta Neapolitana, una grotta scavata nel tufo che univa le attuali zone di Piedigrotta e Fuorigrotta. Ancora oggi è possibile vederla entrando nel Parco della Tomba di Virgilio posto alle spalle della chiesa di Piedigrotta.
Da quel momento in poi i tempi di percorrenza diminuirono, ma in ogni caso si trattava di un percorso lungo che attraversava una zona campestre e poco frequentata. Proprio per questo le Terme Romane di via Terracina divennero una perfetta sosta a circa metà percorso per chi doveva intraprendere quella strada. Un’idea chiara del posto la da proprio la guida del GAN quando parla di un vero e proprio “autogrill” dell’epoca…infatti oltre agli ambienti termali, c’era uno spazio per la ginnastica e le tabernae per mangiare e acquistare cibo.
Immergendosi nell’itinerario, si riescono ancora a distinguere i diversi ambienti, ma purtroppo si sono persi diversi mosaici e marmi sulle pareti. Nel bel mezzo di un quartiere densamente abitato come quello di Fuorigrotta, in quell’angolo di strada si ha l’impressione di un’esplosione di storia romana incastrata tra la strada attuale e il Politecnico dell’Università di Napoli.
Le terme Romane di via Terracina erano alimentate dall’acquedotto del Serino, che nel primo secolo d.C. fu costruito per l’approviggionamento idrico di Napoli e dintorni ed è proprio a quel periodo, circa un secolo dopo, a cui risalgono le stesse terme. Non si trattava quindi di acque termali ma di una struttura che grazie all’opportuno riscaldamento e al raffreddamento dell’acqua, creava una sorta di SPA dell’epoca.
Attraversando gli spazi con l’aiuto della guida ci si fa un’idea di come erano le terme nell’epoca Augustea.
Alcuni gradini posti in diversi luoghi, fanno ben pensare che si trattasse di una struttura su più livelli e che ebbe diverse trasformazioni negli anni, infatti i gradini che portano allo spazio che si suppone fosse quello esterno per le attività ginniche (attualmente coperto dall’attuale via Terracina), interrompono una decorazione sulle pareti probabilmente antecedente nel tempo.
Bellissimi i cosiddetti ambienti caldi intermedi e quello maggiormente riscaldato, o meglio calidarium, grazie a pareti con intercapedine che permetteva il passaggio dell’aria calda. Lo spazio era realizzato con tegole di peduncoli, in latino tegulaemammatae e sotto il pavimento fu posto un sistema rialzato costituito da tubuli che permetteva un riscaldamento indiretto grazie all’aria calda generata da un forno a legna sottostante (hypocausis). Non contenti, installarono anche un praefurnium, cioè un forno ad alimentazione laterale.
Il cedimento delle pareti permette di vedere meglio oggi il sezionamento e quindi la struttura interna che permetteva il passaggio dell’aria calda.
Nella zona più lontana, rispetto all’ingresso per la visita, c’è la latrina, cioè quella zona utilizzata come bagni pubblici per i propri bisogni. E’ di forma semicircolare e presenta un grande mosaico raffigurante dei delfini nella zona d’ingresso.
Alle sue spalle c’è la cisterna che forniva acqua continua al canale di scolo.
In rovina, anche se meglio visibili, sono i mosaici raffiguranti scene marine e mitologiche nell’ampio vestibolo e della zona adibita ai bagni freddi, il frigidarium, con due vasche laterali.
Questa zona fu inizialmente l’ingresso alle terme prima che venisse poi costruito il corridoio d’ingresso e su una delle pareti resiste ancora un pezzo dell’originario marmo.
Conclusa la visita guidata col GAN, sono andato a visitare un altro pezzo della strada romana, rimasto ancora intatto e in linea d’aria molto vicino alle stesse Terme Romane di via Terracina. Si tratta di un luogo della zona più alta della Mostra d’Oltremare, sul lato a sinistra della fontana dell’Esedra, abbastanza nascosto, paradossalmente non presente sulle mappe della Mostra, tenuto malissimo. Un vero colpo al cuore vedere un posto storico così importante nel peggior degrado.
Lungo quel pezzo di strada c’è anche una porzione dell’acquedotto e un mausoleo funerario romano, purtroppo vandalizzato. Nonostante il degrado, la solitudine del luogo e gli alti alberi posti ai lati dell’antico basolato, rendono il tutto molto suggestivo.
Le Terme Romane di via Terracina e l’antica strada sono un’ottima opzione di itinerario per chi magari già conosce i già noti luoghi turisticamente frequentati del centro storico.
Se vi serve ancora qualche indicazione…basta chiedere nei commenti!