Il viaggio in Giappone di Ciro
In questo articolo di Amici in Viaggio ci spostiamo verso l’estremo oriente, nel racconto di un interessante viaggio in Giappone.
Protagonista di questo viaggio in solitaria è il mio amico Ciro, che nell’intervista che segue, ci racconta la sua esperienza in quella terra così lontana e così diversa dall’Europa.
Non mancano tanti preziosi consigli per chi ha intenzione di andarci e tanti motivi interessanti per spingere a partire, chi non ha ancora preso in considerazione questa meta.
Buona lettura!
Torenet82: Perché hai scelto di partire per un viaggio in Giappone?
Ciro: Ho sempre avuto una passione fin da piccolo per il Giappone. Sono cresciuto guardando cartoni giapponesi, come molti della mia generazione. Quando sono diventato un po’ più grande ho cominciato anche a leggere qualche manga e ad entrare in contatto con altri aspetti della cultura
giapponese, come cinema, letteratura ecc. Quindi organizzare un viaggio in Giappone mi è sembrato quasi naturale. Il cinema e i cartoni hanno tanti riferimenti alla cultura giapponese.
Soprattutto nei cartoni ci sono tanti disegni di paesaggi ispirati al mondo reale che poi ho ritrovato spesso spostandomi in treno
T82: Descrivici il tuo itinerario
C: Sono arrivato a Tokyo e sono ripartito da Tokyo, facendo un giro circolare attraverso il Giappone centrale. La prima tappa è stata Kyoto, a seguire Hiroshima con visita all’isola di Miyajima. Poi sono andato a Osaka e da qui ho fatto una piccola deviazione per Koyasan, luogo sacro per i giapponesi e meta di pellegrinaggi religiosi. Poi sono stato a Kanazawa e gli ultimi sei giorni sono stato a Tokyo, da dove mi sono mosso per esplorare anche i dintorni di questa città.
T82: Cosa è andato oltre le tue aspettative e cosa invece ti ha deluso?
C: Il viaggio è andato parecchio oltre le mie aspettative. Devo dire che era il primo viaggio che facevo da solo quindi ero preso da mille dubbi…come farò? Come mi muoverò? E se non riesco a farmi capire?
Tutti questi dubbi sono andati via man mano che il viaggio andava avanti. Mi sono spostato quasi sempre in treno e non ho mai avuto difficoltà a muovermi da un posto all’altro. E quelle rare volte in cui mi sono perso ho sempre trovato qualcuno disposto ad aiutarmi. Questo forse è uno degli aspetti che ricorderò con più piacere: l’estrema gentilezza e disponibilità dei giapponesi.
Anche Tokyo è andata molto oltre le mie aspettative. Mi aspettavo di trovare una tipica città metropolitana, con tanto traffico e caotica. Invece mi è sembrata una città piuttosto vivibile, con tanti parchi e parecchio pulita.
Un aspetto che mi ha colpito molto del Giappone è come il paese sia riuscito a coniugare aspetti legati alla tradizione con la modernità, usi e costumi tradizionali con la spinta verso l’innovazione.
Ad esempio non è raro vedere case tradizionali o templi tra grattacieli ultramoderni, o ragazzine vestite come personaggi manga sedute fianco a fianco con ragazze in kimono.
Mi ha deluso un po’ Osaka, caotica e con pochi richiami alla tradizione. Almeno per la parte che ho visto io.
T82: Negli ultimi tempi, i media hanno pubblicato articoli che parlano di come i giapponesi abbiano intenzione di respingere gruppi di turisti stranieri, a causa di comportamenti maleducati.
Raccontaci il tuo incontro con i giapponesi. Come si son posti nei tuoi riguardi durante il tuo viaggio in Giappone?
C: Come dicevo prima i giapponesi sono un popolo dall’estrema gentilezza ed educazione. Si farebbero in quattro pur di aiutarti, anche se non sempre riescono a comunicare in inglese. Io ho avuto un impatto sicuramente positivo. Forse è anche vero che prima di andar in un posto bisognerebbe un po’ documentarsi sulla cultura locale per capire se i nostri comportamenti possono dare in qualche modo fastidio a chi ci ospita. Quello che mi ha lasciato un po’ interdetto è proprio il fatto che, a volte, questa estrema cortesia si traduce in una certa freddezza, soprattutto nei confronti degli stranieri, verso i quali tendono ad essere molto schivi
T82: Quando si parla di cibo orientale con gli italiani, spesso si finisce in discorsi di grosse ed estreme divergenze. Qualcuno è innamorato del sushi, spesso tra i giovani è anche in voga per moda, altri invece solo a sentir nominare una pietanza orientale storcono il naso, magari senza nemmeno sapere di cosa si tratta. Com’è stato il tuo approccio col cibo giapponese?
C: In generale quando sono in vacanza all’estero, penso che valga sempre la pena assaggiare il cibo locale. Anche perché nella maggior parte dei casi sono cose che in Italia non troveresti o troveresti in maniera molto riadattata.
Lo stesso discorso vale per il Giappone. Erroneamente pensiamo che il Giappone sia solo sushi, ma in realtà offre molto altro. Il sushi ovviamente va assaggiato, ma consiglio di non fermarsi a quello cercare anche altro.
Io consiglio il Ramen e gli Udon su tutto…anche se si comincia a trovarli anche da noi, quello in Giappone è un’altra storia.
Poi assolutamente la Okonomiyaki, che al di fuori del Giappone l’ho vista molto raramente (io l’avevo vista solo in qualche cartone animato quando ero piccolo), i Nikuman (panini ripieni al vapore) e i ristoranti Shabu Shabu (dove ti cucini la carne o il pesce da solo).
In generale ho assaggiato un po’ di tutto, della maggior parte dei quali non ricordo assolutamente i nomi e alcune cose non mi sono piaciute, come ad esempio Takoyaki (palline di polpo in pastella).
T82: So che ami disegnare e che spesso in viaggio ti cimenti nello sketching di paesaggi, borghi e palazzi. Cos’hai riportato nel tuo album da disegno di questo viaggio in Giappone?
C: Quando sono stato in Giappone ancora non avevo la passione dell’Urban Sketching. Avevo da poco ripreso a disegnare dopo tanti anni di inattività. Adesso dopo qualche anno che ci sono stato mi piacerebbe ripercorrere un po’ quel viaggio a disegni, ispirandomi ai ricordi e alle mille foto che
ho fatto in giro.
Perché no? Magari riorganizzare un altro viaggio portandomi dietro il mio sketchbook
T82: Consiglieresti un viaggio in Giappone? A che tipo di turista/viaggiatore e perché?
C: Si certo. Lo consiglio a chiunque ama viaggiare e vorrebbe visitare un posto con una cultura estremamente diversa da quella occidentale. Il Giappone è molto organizzato dal punto di vista del trasporto pubblico, quindi lo consiglio anche a chi non ama guidare (come il sottoscritto).
Inoltre è un posto molto sicuro, quindi lo consiglio anche a tanti viaggiatori solitari. Credo che in Giappone ci sia molto da vedere, dalle grandi megalopoli ultramoderne, alle città più tradizionali.
Dalla estrema urbanizzazione al Giappone più rurale. Credo che ci siano diverse tipologie di viaggio che si possono organizzare e che quindi possono soddisfare più di un tipo di viaggiatore.
T82: E tu invece? Ci ritorneresti? Per visitare o rivisitare cosa?
C: Si ci ritornerei per diversi motivi. Ultimante ho letto un libro (“Autostop con Buddha”) che parla di un ragazzo che percorre in autostop il Giappone da Sud a Nord. Sono venuto a conoscenza di tanti posti che mi hanno incuriosito. Inoltre mi piacerebbe fare un percorso di trekking, come il Kumano – Kodo o il giro degli 88 templi dello Shikoku.
Un altro posto che mi piacerebbe visitare è il Kyushu, l’isola più a sud del Giappone tra le quattro isole principali.
T82: Infine, come gran finale di questa intervista, regala qualche consiglio pratico a chi vuole intraprendere un viaggio in Giappone.
In modo sintetico dicci: quale periodo, come comunicare, come cambiare valuta e come scegliere il pernottamento.
C: Io sono stato a maggio ed il clima era perfetto. Credo che il Giappone abbia la nostra stessa latitudine quindi il clima dovrebbe essere simile al nostro. Io volevo vedere la fioritura dei ciliegi ma consiglio di non organizzare il viaggio in base a quello perché si rischia di perderla come è successo a me.
Ho avuto grossi problemi di comunicazione in inglese, soprattutto nelle zone meno turistiche. È anche vero che i giapponesi fanno di tutto pur di aiutarti, facendosi capire in molti modi, quindi un modo di comunicare si trova sempre. I nomi delle stazioni di solito sono indicati anche in caratteri occidentali, quindi non si ha mota difficoltà a seguire le indicazioni.
Per il pernottamento consiglio di alloggiare almeno qualche volta in un ryokan (un hotel tradizionale giapponese) e se non ci si vuole sbattere troppo con i bagagli di utilizzare l’ottimo servizio offerto dalla JR di trasporto bagagli dal tuo hotel a quello successivo.