Emozioni e Informazioni – Everglades National Park day #1
Quando la prima volta mi hanno parlato dell’Everglades National Park mi hanno detto: “immagina una palude gigante”. A dir la verità questa cosa della palude non è che mi entusiasmasse più di tanto, quindi quella descrizione poco dettagliata, mi incuriosì veramente poco.
Poi nel 2011 sono stato negli Stati Uniti per la mia prima volta, visitando il “gigante” deserto dipinto, il “gigante” Grand Canyon e la “gigante” Monument Valley, tutti luoghi che si sono mostrati ai miei occhi molto più belli e interessanti di quanto potessi immaginare prima di andarci e ho ormai capito che quella parola “gigante” non puo’ essere assolutamente interpretata se non andando direttamente sul posto.
Quel “gigante” sinonimo di vastità, di ampi spazi, va concepito pensandolo anche con più sensi e non solo con la vista. Le Everglades regalano quel senso di estensione anche se si chiudono gli occhi sulla costa di Flamingo o se si ascolta il vento dall’alto della torre nel bel mezzo della Shark Valley o ancora annusando nell’aria quegli odori così tersi davanti alle distese di mangrovie.
Gli ingressi principali al parco sono tre, di cui i primi due a pagamento (30$ a veicolo valido per un’intera settimana):
- Ernest Coe Visitor Center, ad est nei pressi di Homestead,
- Shark Valley Visitor Center, a nord lungo la Tamiami Road
- Gulf Coast Visitor Center, ad ovest nei pressi di Everglades City.
Accedere alle Everglades senza far capo a questi punti principali e agli svariati accessi che permettono tour organizzati su airboat, è impossibile. La natura così immensa e selvaggia non lo permetterebbe. Basta dare un occhio alla mappa che forniscono in uno dei Visitors Center per capire quanto sia limitata la zona visitabile rispetto all’intero spazio delle Everglades.
Nella mia visita (maggio 2015) ho dedicato due giorni alla visita delle Everglades. In questo articolo vi parlo del primo giorno, quando ho fatto ingresso all’Ernest Coe, percorrendo tutta la strada fino a Flamingo. Un lungo percorso di 38 miglia, da rifare in senso opposto al ritorno. Qualcuno direbbe “in mezzo al nulla”, io direi “in mezzo al tutto”, perché in termini di quantità di vita, ce n’è più lì che nella più affollata metropoli del mondo.
Durante questo tragitto in auto, sono diversi i punti delle Everglades in cui fermarsi per una breve escursione a piedi, talvolta anche due nello stesso stop…di seguito quelli che mi sono piaciuti di più…
Anhinga trail
E’ un percorso di circa 1 km che si trova al Royal Palm visitor center, non troppo distante dall’ingresso al parco. La strada da percorrere, prima su asfalto e poi su passerelle in legno, è adatta a tutti e si snoda tra la stupenda natura del posto. Un paradiso per appassionati di fotografia, naturalisti, biologi, ma anche semplici visitatori. Non capita tutti i giorni di guardare un alligatore a pochi metri!
Quello che ancora una volta mi sorprende dei parchi statunitensi, è come tutto sia stato costruito in modo tale che il visitatore possa entrare a far parte della natura senza andare ad intaccare la natura stessa. Il rispetto per la fauna e la flora del posto è evidente e anche le strutture utilizzate per il turismo non sono di nessun intralcio per gli abitanti del parco, pur coinvolgendo completamente le persone.
Annesso all’Anhinga trail c’è il Gumbo Limbo trail, un percorso più breve dell’altro ma completamente immerso nella boscaglia delle Everglades. Una folta quantità di alberi e piante che farebbero innamorare i botanici. Probabilmente viene poco apprezzato e può sembrare ripetitivo per i non addetti-ai-lavori, ma vale la pena entrarci una volta aver visto l’Anhinga, anche per un po’ di fresco dopo il caldo asfissiante nel percorrere il primo.
Pa-Hay-Okee
Il mio secondo stop lungo la strada che porta a Flamingo, dopo circa 13 miglia in auto. Anche qui un grande parcheggio, molte meno auto rispetto all’Anhinga trail e non c’è nessun punto ristoro come per l’altro, infatti il prossimo sarà direttamente quello di Flamingo.
Il percorso è breve e circolare. A metà percorso c’è una fantastica vista sulla distesa di piante che si perde fino all’orizzonte. Essendo meno frequentato del Anhinga trail, risulta per certi versi anche più emozionante. Nella zona di overlook si diventa una sola cosa con la natura, con i suoi profumi e con i suoi suoni.
Mahogany Hammock
Al parcheggio di questo trail c’era solo la mia auto e non ho incontrato nessun altro visitatore durante la passeggiata lungo la boardwalk che permette questo trail circolare, tra piante di mogano. E’ sembrato quasi di rifare una sorta di Gumbo Limbo, ma su una passerella in legno e dall’aspetto più simile a una giungla che ad una foresta. Anche qui fauna e piante sono padroni indiscussi e percorrere il trail da solo lo rende ancora più apprezzabile.
Dopo aver assaporato un altro pezzo di Everglades, ho percorso le ultime miglia che mi separavano da Flamingo. La strada si mostra sempre uguale, un’alta distesa di verde a destra e sinistra accompagna fino alla destinazione.
A Flamingo c’è un vastissimo parcheggio, un molo per il tour in barca e un punto ristoro con bar e toilette. Bellissima la vista sul mare dal Visitor Center, un degno finale di un fantistico percorso.
Dopo una sosta per mettere qualcosa fra i denti e rifornirsi di acqua per il ritorno (non dimenticate mai di portare acqua con voi!), si può ripartire per rifare lo stesso percorso a ritroso, scegliendo se fare o meno altre eventuali soste nei trail non visti all’andata.
Quello che assolutamente consiglio una volta usciti dal parco, quindi dall’ingresso dell’Ernest Coe, è di recarsi da “Robert is Here”. Bastano meno di 10 miglia in auto in direzione nord est. Il bellissimo regno della frutta locale dove assaggiare ottimi e freschi milkshake. Sul retro ci sono tavoli e panche per accomodarsi e un divertente recinto con animali da fattoria.
Vi assicuro che dopo questa sosta tutta la stanchezza accumulata per i vari trail e il caldo umido delle Everglades andrà via.
Per il pernottamento dipende molto da cosa farete nel giorno successivo. Se dovete restare in zona vi consiglio uno dei tanti motel delle note catene statunitensi a Florida City come ho fatto io. Ultimo consiglio, ma uno dei più importanti: NON DIMENTICATE UNO SPRAY REPELLENTE PER INSETTI! Nei periodi umidi potreste davvero ritrovarvi ricoperti di punture.
Per i miei consiglie sul secondo giorno alle Everglades date un occhio qui