Day#11: Sarria – Santiago de Compostela
Potrebbe essere il giorno di Santiago, ma previsioni meteo e condizioni di salute sempre più raffreddate, ci invitano a fermarci un po’ prima. Basterebbero 90km per assicurarci un arrivo domani con tranquillità entro la messa di mezzogiorno. Intanto colazione in albergue con la spesa fatta la sera prima e tachipirina disperata. Preparo la bici come se ci fosse il sole, tanto si tratta solo di piovisco, come potrebbe mai bagnarsi la roba con qualche goccia?…mai decisione fu più stupida di questa!
Saliamo a piedi la lunga calle Mayor di Sarria, essendo pavimentata e bagnata, è come se ci fosse olio. Di fianco al cimitero inizia il sentiero.
Sterrato pietroso, ponti traballanti su ruscelli, boschi…sembra di essere tornati in Navarra. Abbiamo un po’ di problemi con i pellegrini a piedi, sembrano non sentire il campanello e non si spostano, forse anche perché Sarria è l’ultima città dove si può partire a piedi e quindi molti di loro sono neo-pellegrini e non sono ancora abituati. Dopo 3 km di pedalata ecco arrivare il dramma, pioggia abbondante e vento. Scarpe trasformate in acquario per pesci-piede (come più volte accaduto nei viaggi, dò buoni consigli agli altri che poi io non adotto. Perché? Mai capito!). Alle 10 tra acqua, vento e fango abbiamo percorso poco più di 5km, anche il traguardo dei 90km diventa abbastanza utopico. Ci ripariamo in una locanda lungo il sentiero che, causa pioggia, è più affollata del più noto bar di Napoli la domenica mattina. Due the bollenti e la speranza che in bagno ci sia l’asciugatore…niente purtroppo. Approfittiamo per farci timbrare le credenziali e con grande rammarico la trovo nel borsello del manubrio inzuppata d’acqua. Ma come? non era impermeabile? Sì, ma sul lato superiore. Considerando che la maggior parte dell’acqua è quella che spruzza la ruota anteriore mentre si è “divertita” per un’ora nel fango, vi lascio immaginare. Evito imprecazioni ricordandomi che sono ad un pellegrinaggio e soprattutto penso: che l’ho portato a fare il porta documenti impermeabile? Anche questo non si sa…
Intanto riesco pian piano ad aprire la credenziale, strappando purtroppo l’ultima pagina. L’inchiostro dei timbri è un po’ sciolto ma potrebbe essere andata peggio se non l’avessi tirata fuori ora. Considerando quello che mi aspetta, l’avrei trovata come una spugna e dopo tanta fatica avrei rischiato di non poter ricevere la Compostela…da numeri al Lotto!
Dopo il the procediamo, meglio non fermarsi e mantenersi i muscoli delle gambe caldi, oltre che bagnati.
Guanti a mezze dita fuori uso, a meno che non vadano usati come spugne. Il tempo migliora un po’ e metto i guanti in pile invernali così almeno ho le mani calde.
Dopo 20km di continuo sali-scendi nei boschi, la strada diventa asfaltata e si allarga, sui lati vaste campagne da pascolo. È quasi mezzogiorno e vorremmo approfittare dell’asfalto e meteo migliore per pedalare velocemente i prossimi 20km e raggiungere Palas de Rei per il pranzo e per cambiarci. Invece all’improvviso acqua giù a secchiate che lungo il ponte di Portomarin ci fa a stento vedere la strada. Ci ripariamo davanti ad un supermarket. Cambio calzini e indosso le buste per i piedi distribuite stamattina all’albergue. Infilo gli indumenti ancora salvabili nelle buste di plastica della spesa, mangiamo qualcosa e si riparte sotto la pioggia che non ha smesso.
Da Portomarin a Palas de Rei ci impieghiamo una vita, il vento è diventato fortissimo e si fa fatica a pedalare, rischiando più volte di essere trascinati nel bordo strada. Penso che l’ora dalle 13 alle 14 sia stata la più terribile di tutto il viaggio. Pedalavo e nutrivo immensa invidia per i pellegrini a piedi che con grossi mantelli coprivano se stessi e il borsone senza tanti problemi tecnici. Questa pioggia è sicuramente una seccatura anche per loro, ma a differenza nostra non rischiano di lasciarci la pelle a causa di una scivolata delle ruote su pietre e terriccio, oltre al fatto che camminare o col sole o con la pioggia non genera rallentamenti così incidenti come succede in bici. Vogliamo aggiungerci il fatto di avere la ruota anteriore che ti spruzza acqua in faccia costantemente, facendoti sputare fango con la vista annebbiata? In poche parole, la pioggia in bici stressa e non poco.
Finalmente alle 14 arriviamo a Palas de Rei e scegliamo uno dei primi ristoranti che vediamo. Qui la specialità è il polpo alla galiziana che va assolutamente provato.
Nessun asciugatore elettrico in bagno anche qui. Cambio le magliette che porto sotto alla mantella impermeabile, le precedenti erano zuppe di sudore. Anche i guanti di pile inzuppati e decine di km senza guanti in bici può capirlo solo chi la bici la conosce davvero.
Alle 15.30 abbiamo finito il pranzo, mancano 70km per Santiago e abbiamo deciso che qualsiasi ora si faccia, raggiungeremo la città. Siamo troppo stanchi e le previsioni non sono buone per rimetterci in sella domani, quindi la scelta più pazza sembra essere paradossalmente quella giusta. Speriamo bene…
Da Palas de Rei la strada pellegrini e la carretera proseguono una accanto all’altra e si procede col continuo e massacrante sali-scendi che ormai conosciamo bene. Fortunatamente non piove ma il vento non manca mai. Alle 17.30 abbiamo percorso quasi 40km e facendo due previsioni, alle 19.30 potremmo essere a Santiago. Visitiamo a metà percorso una chiesa dedicata al Santo.
Fisicamente siamo praticamente da ricovero: biscotti, acqua e sali minerali, le proviamo tutte pur di avere un minimo di lucidità nel cervello.
Ogni tanto una veloce sosta timbro che dona anche un attimo di respiro. Sul fianco della strada il cartello chilometrico con la scritta Santiago dà fiducia, 36, 33, 21…solo 15km, le gambe non ci sono più ma la testa incoraggia “15km è come tornare da lavoro”.
Arriviamo alla rotonda dei -12km, lì il sentiero si stacca dalla carretera e si infila tra i boschi della collina. Santiago è dall’altra parte e due strappi in salita ci dividono dalla sua vista.
Superiamo prima e seconda salita addirittura alzandoci sui pedali, arriviamo sul monte Gozo e manca poco alle 20. C’è un grandioso monumento di papa Giovanni Paolo II che indica l’arrivo a Santiago.
Perdiamo tempo per colpa del prete che si è chiuso in chiesa e non esce per mettere il timbro, il tizio del chiosco mi dice di aspettare 5 minuti. Come da previsioni, inizia a piovere. Timbro e giù per la collina sotto la pioggia scrosciante. Alcuni tratti sono gradinate, quindi spinta a mano sperando di non scivolare.
Lì da qualche parte dovrebbero esserci le statue che indicano Santiago ma la visibilità è poca e s’è fatto troppo buio per cercarle.
Arriviamo finalmente in basso e lungo le strade della trafficata città, pedalando come pazzi sotto l’acqua. Ecco il cartello Santiago e poi quello che indica il centro. Domando “catedral? por aqui?” a chiunque mi passa vicino per essere sicuri di non sbagliare.
Dopo strade e stradine, ultima rampa di scale e la piazza è lì sulla nostra sinistra…dopo oltre 900km siamo qui. Per un attimo nella mente passano veloci questi 10 giorni e quest’ultima tappa Sarria – Santiago.
La piazza è vuota e la pioggia continua a scendere senza pietà. Bisogna trovare un albergue. Il portiere del hotel di fianco alla chiesa ci dice di andare al monastero di San Francisco, lo raggiungiamo e anche quello è un hotel lussuoso, la ragazza alla portineria mi dà una mappa e disegna il percorso per arrivare ad un albergue poco lontano, il Roots & Boots. Lo troviamo dopo aver girato due volte intorno all’edificio, evidente segno che siamo veramente alla frutta. Suoniamo al portone e alla mia domanda supplichevole “two beds?”, il tizio alto e sorridente (forse sono io che grondo acqua a farlo ridere) risponde “no problem”. Gioia immensa…già immaginiamo l’acqua bollente della doccia. Si tratta di un ostello frequentato da molti giovani che prepara anche da mangiare, infatti ci facciamo preparare due pizze al formaggio e due birre, che mangiamo ancora tutti inzuppati. La giornata alla fine è andata bene, abbiamo un po’ esagerato ma è stata la scelta giusta.
Dopo questa tappa Sarria – Santiago, domani facciamo i turisti in città, mentre dopodomani ci sono Muxia e Finisterre per il gran finale.