Caponapoli: dall’antica Acropoli agli Incurabili – #napolinside
Nel primo articolo di #napolinside abbiamo fatto il nostro ingresso nell’antica Neapolis attraverso la porta più antica delle quattro ancora presenti: Porta San Gennaro. In questo articolo invece vi condurrò in cima alla collina dell’antica acropoli, nota come Caponapoli.
Quindi superata la porta imbocchiamo sulla destra via Maria Longo, che sale dolcemente proprio verso il promontorio che fu l’acropoli della città greca. Qualche vecchietta si affaccia dalla porta dei bassi sulla sinistra della strada, a ridosso del Vico dei Bianchi. Una strettissima stradina che da via Maria Longo porta a via della Consolazione e deve il nome alla congregazione dei Bianchi della Giustizia, fondata nel XV secolo come supporto morale per i condannati a morte.
Pochi metri dopo Vico dei Bianchi si nota la prima traccia delle antiche mura. Un intreccio di sacro, profano e piante ornamentali. Una caratteristica costante del centro storico partenopeo. Qui nulla è solo storico, solo religioso o solo scaramantico, in qualsiasi luogo c’è sempre un mix sensazionale dei tre aspetti che lascia estasiati per l’arte e per la genialità del popolo.
Giunti in cima alla strada, inevitabilmente la vista andrà a destra, grazie allo scorcio dall’alto su piazza Cavour, ma in realtà la bellezza è quel complesso ospedaliero sulla sinistra. L’ospedale S. Maria del Popolo degli Incurabili, risalente al rinascimento, è l’area monumentale della collina. Non sono pochi infatti quelli che spesso la chiamano proprio “Collina degli Incurabili” anziché “Caponapoli”. Quel nome Incurabili è dovuto probabilmente alla cura della sifilide, considerata malattia appunto incurabile all’epoca.
Varcata la soglia di ingresso si scopre un mondo, perchè in quanto “complesso” non si tratta solo di un edificio ospedaliero, ma anche di altri edifici. Ci sono ad esempio anche due chiese, quella di S. Maria del Popolo e quella di Santa Maria Succurre Miseris dei Bianchi. Quest’ultima è proprio la prima che si incontra sulla sinistra dopo il varco, dove si apre davanti agli occhi un grande spazio.
Sulla destra l’ospedale che fu aperto nel marzo del 1523 per voto da Maria Lorenza Lonc (divenuta Longo in italiano), sul lato opposto l’edificio del 700 rappresentato della Farmacia Storica degli Incurabili. Un gioiello sia sotto il profilo architettonico, sia relativamente alla storia della medicina e dell’illuminismo napoletano. Fantastici gli scaffali in legno sui quali poggiano quattrocento contenitori in maiolica.
Il complesso degli Incurabili vanta nella sua storia tantissimi nomi importanti della medicina europea, come Cotugno e Cardarelli. Non mancano quelli che poi sono divenuti Santi, come San Giuseppe Moscati.
Dopo aver visitato la Farmacia, usciamo dal complesso degli Incurabili proprio da dove siamo entrati e continuiamo lungo via Longo. Non appena termina la vista sulla discesa in tornanti che porta a piazza Cavour, diamo un’occhiata sulla destra.
Chiuse in una sorta di gabbia protettiva, ci sono altre mura della antica Neapolis.
Proseguendo si giunge alla chiesa di Sant’Agnello o più napoletanamente Sant’Aniello. Siamo nel punto più alto della collina e quindi dell’antica acropoli.
La chiesa non è legata al Santo solo per motivi religiosi, ma anche storici. Infatti fu fatta costruire col nome di Santa Maria Intercede proprio dai genitori di Sant’Agnello come voto per la nascita del figlio, del quale si dice siano conservate le spoglie.
Successivamente nel XVI sec. la chiesa fu soggetta a ampliamenti e ristrutturazioni, con l’aggiunta del bellissimo altare che subito risalta all’occhio quando si entra, opera di Girolamo Santacroce. Altra particolarità della chiesa è il vetro centrale che lascia intravedere la zona archeologica sottostante. Questo grazie ai lavori del 1962 con i quali furono riparati i danni del bombardamento del secondo conflitto mondiale.
Ma l’antica Caponapoli non si veste solo d’antico e di storia, c’è anche tanta contemporaneità. Proprio all’uscita dalla chiesa di Sant’Aniello, nella piazzetta Sant’Andrea delle Dame, ci sono importanti firme della street art partenopea.
Emblematiche sono le pareti dell’edificio universitario dove c’è una sequenza di murales firmata dai partenopei Cyop e Kaf. Ma non è tutto qui. Discendendo il vicoletto sul fianco destro della chiesa, cioè vico Sant’Aniello a Caponapoli, in fondo a destra c’è una simpatica realizzazione firmata dallo statunitense Ryan Spring Dooley.
Pochi metri dopo il murales ci troviamo su via S. Maria di Costantipoli, lungo la quale si può arrivare facilmente ai decumani.
questa è la mappa del percorso di Caponapoli per #napolinside