La Napoli Obliqua: il Petraio – #napolinside
In questo post sul Petraio, come già visto nell’articolo di Calata San Francesco, vi mostrerò come si possa andare dalla zona collinare al centro storico di di Napoli in pochissimi minuti. Sembrerà strano, ma spesso chi utilizza l’auto o la metropolitana, crede che queste due zone della città siano molto lontane tra loro, quando invece in poco più di 15 minuti a piedi si può passare dall’una all’altra zona. Questo è possibile grazie alle scale, alle calate, ai gradoni, alle rampe, alle salite e tanti altri nomi utilizzati per definire queste stradine che si arrampicano lungo la zona collinare della città.
Il Petraio, spesso per importanza definito come fratello minore della Pedamentina di San Martino, ingloba gran parte di questi nomi, perchè lungo il suo corso dall’alto verso il basso, per fattori legati alla toponomastica, assume il nome di Gradini del Petraio, Largo del Petraio e Salita del Petraio, ma nel linguaggio comune non mancano le diciture Discesa del Petraio, Gradoni del Petraio o anche ‘ncopp a Santarella, grazie a villa Santarella che è poco lontano.
Ma cos’è questo Petraio e dove si trova?
Nasce come alveo lungo il quale scorreva l’acqua delle piogge alluvionali, che dalla collina del Vomero raggiungevano il quartiere Chiaia. Nel tempo quella zona di campagna iniziò a urbanizzarsi e dai ruderi costruiti lungo i primi gradini frequentati dai pastori nel 500, si passò qualche secolo dopo all’ampliamento di quei gradini e alla costruzione di ville Liberty, che diedero un tocco di classe al borgo a fine 800.
Il luogo dove inizia il Petraio (percorrendolo in discesa) è al Vomero. Bisogna recarsi alle spalle della nota via Morghen, in via Annibale Caccavello civico 12, perché proprio lì, di fianco a quell’edificio, inizia il Petraio!
Come ci arriviamo in quella zona?
Facile! Con la metro 1 scendendo alla fermata Vanvitelli oppure con le funicolari di Chiaia, Centrale (quella di piazza Augusteo) e Montesanto, che salgono tutte al Vomero. Attenzione a quella Centrale che ha come fermata “il Petraio”…non dovete scendere lì, ma salire fino all’ultima fermata in piazza Fuga.
E una volta raggiunto l’inizio non vi resta che catapultarvi giù lungo i gradini che sembrano entrare nel cuore della città.
Nel primo tratto, dopo aver oltrepassato i blocchi di basalto, può essere pericoloso. No non c’è rischio di finire giù e nemmeno quello di scivolare. Il rischio è di cadere lungo i primi gradini perchè distratti da panorama!
La vista infatti è subito stupenda e sembra quasi toccare il mare e Castel dell’Ovo.
Si continua a scendere lungo quelle gradinate, in una zona che sembra quasi surreale per pensarla a ridosso di una delle più chiassose città italiane. I rumori sono quelli del vico, dei piatti, dei panni stesi, del vento che entra tra i palazzi, della signora che chiude la porta del basso.
Ad un certo punto la discesa finisce su una zona che si allarga, non a caso Largo del Petraio. Sulla destra c’è vico del Petraio, un vicolo cieco e stretto, dove quelli drogati di churiosità non esiteranno ad entrare e percorrerlo fino all’abitazione che ne detta il termine.
Ritornando al largo Petraio, si ammira un panorama allargato sul golfo, che senza farsi pregare mostra i suoi protagonisti, cioè isole e Vesuvio. Sul lato sinistro di questo spiazzale continua la discesa lungo quella che per la toponomastica è Salita Petraio. È qui che troviamo la fermata della funicolare Centrale. Ora è comprensibile come uscendo lì dalla funicolare ci saremmo trovati a metà percorso, senza capire il senso del prima o del dopo.
Ma intanto si continua, lungo i larghi gradoni che raccontano la discesa. Ai lati edifici ben tenuti, con tanti fiori e anche i gradoni stessi, puliti e salvaguardati, direi molto meglio di altri percorsi in discesa della città, Pedamentina inclusa.
Si giunge ad un altro bivio, quello che a destra porta verso la gradinata di Santa Maria Apparente e a sinistra continua Salita del Petraio fino al suo termine.
Quest’ultima rampa è larga e poco pendente. Tante abitazioni nei bassi, organizzati con piccoli balconcini che poggiano sui gradoni.
Bastano pochi metri e quel silenzio, quell’aria surreale, quella poesia, che vi ha accompagnato lungo tutto il percorso, termina lì, sul corso Vittorio Emanuele.
Qui termina il Petraio ma non la discesa verso il livello del mare. Ci sono altri vicoletti e altre gradini da poter discendere, ma ne parlerò in altri articoli.
Intanto voi iniziate a percorrere il Petraio e fatemi sapere quante emozioni vi ha regalato!