Ride for Children day10: Villeneuve – Berna
La tappa che parte da Villeneuve è stata quella più soggetta a modifiche nel corso della preparazione di itinerario e ne ha subite fino alla fine, durante la stessa pedalata. Innanzitutto la stessa Villeneuve non è stata sempre l’arrivo della tappa alpina, sicuramente lo era il lago, ma la città di destinazione subiva continuamente modifiche da Martigny a Losanna e tutto ciò che c’era di mezzo. La Svizzera è in generale abbastanza montuosa e pianificare passaggi quasi totalmente pianeggianti diventa non solo difficoltoso ma si rischia anche di allungare troppo il percorso. In questo mi è stato di grande aiuto il mio amico Ciro, che abita a Berna, dandomi non solo consigli su dove poter passare e quale tratto evitare, ma alla fine mi ha risolto l’intera tappa invitandomi a casa sua.
Ma andiamo per ordine…sveglia al camping della Grangettes e partenza da Villeneuve. Il lago al mattino si confonde con l’azzurro del cielo, uno spettacolo fantastico e che regala un senso di relax unico. La strada è semplice, devo continuare sul lungolago fino a Losanna e poi lì andare verso nord.
Pedalare in Svizzera è una sensazione inspiegabile a chi è abituato a pedalare in Italia, soprattutto dalle parti mie. A parte il rispetto da parte la perfezione del manto stradale e delle numerose ciclabili, quello che stupisce e al quale non ci si abitua mai è il rispetto dell’automobilista nei confronti del ciclista. Non c’è auto che non passi almeno a 2 metri da me e se i due metri non ci sono, si incolonnano alle mie spalle finché non ci sia lo spazio giusto, senza mai usare il clacson per darmi fretta. A volte mi sento quasi a disagio e di intralcio, ma per loro è tutto normalissimo.
Notanto tutto ciò e senza mai distogliere lo sguardo dal lago, dal verde e dalla bellezza di questi posti, arrivo a Montreux, annunciata dal castello di Chillon, molto visitato dai turisti che giungono qui. A quest’ora del mattina Montreux dorme ancora, solo chi pulisce le strade rendendole più pulite di quelle di una casa è già all’opera. Inoltre è da un giorno iniziato il famoso Jazz Festival, il che la rende ancora più bella e interessante del solito. Proprio relativamente alla musica, è noto che la città è legata alla persona di Freddie Mercury, tanto è vero che una sua statua è presente nel centro città e lungo il lago c’è anche la famosa Duck House dove il cantante dei Queen trascorreva i suoi periodi di relax e ispirazione.
Dopo Montreux attraverso altri piccoli paesi sul lago e finisco per giungere alle porte di Losanna, fuori al Museo Olimpico dove approfitto di due altri ciclisti per farmi scattare una foto. Losanna è palesemente una città a tutti gli effetti, soprattutto per estensione.
I primi 30km di questa lunga tappa sono andati via velocemente e soprattutto piacevolmente. Mi rendo soprattutto conto di quanto la mia testa sia molto più leggera dopo aver oltrepassato le Alpi e di come inizi ad essere vicino il Lussemburgo ai miei occhi, nonostante manchino ancora diverse centinaia di km.
Ora lascio il lago e inizio a dirigermi verso nord, per la precisione verso un altro lago, quello di Neuchatel. I 40km che dividono i due laghi sono una distesa di campagne coltivate, prati e basse colline, spesso sembra somigliare vagamente al paesaggio toscano. Mi concedo anche qualche volo panoramico col drone che mi fa apprezzare ancora di più questo territorio. Ogni qual volta lascio le strade principali per pedalare lungo quelle di campagna, mi ritrovo completamente da solo, a parte qualche contadino isolato che procede col trattore. In verità becco anche un emigrante di origini irpine, che si ferma a salutarmi dopo aver notato la bandiera italiana.
In questa zona interna fa sicuramente più caldo, ma nulla di comparabile a quanto visto lungo l’adriatico o ancor di più in Emilia Romagna. Si può procedere anche nelle ore più calde senza alcun problema, soprattutto perché abbondano le fontane. Ce ne sono tantissime in Svizzera, spesso anche a poche centinaia di metri, che quasi non vale la pena riempire le borracce.
Arrivato sulla punta sud del lago di Neuchatel, dove sorge la città di Yverdon les Bains, probabilmente una delle città più belle dell’intero viaggio. Facendo ingresso nel centro storico, mi ritrovo dapprima in una piccola piazzetta dove una fontana e un pianoforte fanno da luogo di raccolta di molte persone, poi in un mercato di frutta e verdura dove sono costretto a scendere e spingere la bici a piedi, ma mi fa piacere perché mi permette di godere maggiormente del posto e osservare le abitudini dei suoi abitanti. Il mercato termina nella piazza dove si erge il castello della città e da lì posso risalire in bici e dirigermi verso le sponde del lago dove inizia una ciclabile che si immerge in un area verde. Ci sono tantissime spiagge, alcune anche molto vaste e spesso camping e qualche ristorante. I piccoli borghi sono prettamente turistici, ma sempre molto caratteristici.
Continuo strade e sentieri di questa zona verde che costeggia il lago fino alla città di Estavayer le Lac, dalla quale inizio la deviazione verso il terzo lago, quello di Murten. Questa deviazione è la modifica più impattante su quella che mesi prima doveva essere questa tappa, perché anziché continuare lungo il lago di Neuchatel e concludere la giornata sul lago di Bienna e nella città omonima, vado verso Murten dove incontrerò il mio amico Ciro e da lì insieme andremo a casa sua da Berna.
Non so cosa avrei visto proseguendo dritto, ma mi aspetto la stessa quantità di bellezze e luoghi interessanti che posso ammirare da quest’altra strada. Perché due giorni bastano a capire quanto sia bella la Svizzera, soprattutto per un cicloviaggiatore. Non mi soffermo tantissimo nei luoghi che attraverso perché non voglio fare tardi all’appuntamento di Murten e godermi quel posto di cui mi è stato parlato molto bene, oltre a poter trascorrere più tempo possibile con Ciro.
Attraverso stradine lungo campi sterminati e poi inizio una piacevole discesa attraversando borghi piccoli ma ricchi di fascino, spesso alternati a pascoli dove qualche mucca alza lo sguardo al mio passaggio e la saluto ad alta voce come se potesse capirmi.
Arrivo a Murten poco dopo l’arrivo di Ciro e ci incontriamo sul lago, dove c’è una vasta area verde affollata da turisti e persone del posto che godono di quella vista stupenda in questa giornata di sole. Mangiamo qualcosa insieme e poi visitiamo il borgo che si trova più in alto rispetto al lago, con un panorama a dir poco stupendo. In effetti Murten è davvero così bella come me l’avevano descritta.
Dopo aver visitato questa interessante e singolare città, pedaliamo insieme verso Berna, che dista circa 30km.
Procediamo lungo la strada principale che conduce fino a Berna, ovvero la Bernstrasse, che limita qualche piccolo centro. Si procede senza troppe fatiche a parte una leggera parte in salita.
Facciamo il nostro ingresso nella capitale Svizzera dal suo lato occidentale, passiamo nella zona della stazione ferroviaria e poi lungo alcune zone del centro puntando alla periferia sud est. Inutile dire quanto sia perfetta in quanto a infrastrutture per la ciclabilità. E’ vero che bisognerebbe saperlo, perché è noto quanto la Svizzera sia ordinata e attenta ai servizi per ciclisti e pedoni, ma una cosa è sentirne parlare e un’altra è toccare tutto questo con mano servendosene in prima persona. Alcune ciclabili sono così larghe che se non ci fossero indicazioni sull’asfalto penserei fossero corsie per il traffico automobilistico.
E’ tardo pomeriggio quando arriviamo a casa di Ciro, dalle parti di Kehrsatz, un piccolo comune di quasi 5000 abitanti diviso da Berna dal fiume Aar e con una bellissima vista sui prati circostanti.
Inizia così una piacevole serata in compagnia, con tanto di cena indonesiana, grazie alla moglie di Ciro che prepara un soto ayam, ottimo piatto della sua terra lontana, del quale mi concedo anche il bis!
Dopo cena usciamo per un giro nel centro di Berna. Il nome della città non ha origini certe, ma l’ipotesi più nota e più narrata è quella che derivi da un orso visto a caccia da Berthold V. L’orso infatti è simbolo della città e ce ne sono anche alcuni in uno spazio che da sul fiume Aar vicino al ponte Nydegg.
A parte gli orsi, è bello questo scorcio del ponte dal quale si può ammirare una zona posta più in basso lungo le sponde del fiume, che qui forma un largo tornante.
Dopo una birra fredda con vista sullo skyline di Berna e la punta della cattedrale che sovrasta il centro, torniamo a casa per la seconda notte in terra elvetica.
Dati tecnici di tappa
- Distanza: 160km
- Dislivello: 1111m
- Tempo di pedalata: 8h 22′
- Velocità media: 19,0 km/h