Un bimbo in viaggio alla scoperta del west
In questo articolo degli amici in viaggio vi presenterò un piccolo viaggiatore e per piccolo intendo davvero molto piccolo!
In verità io e Davide non ci siamo mai conosciuti dal vivo, ma ho seguito i suoi primi passi nell’universo dei viaggiatori sin da quando è venuto al mondo, grazie a suo padre Giovanni, grande viaggiatore e mio grande amico, che probabilmente la prima domanda che ha fatto al pediatra è stata “quando potrà prendere il primo aereo???”
In questa intervista Giovanni ci racconta del primo (lungo) viaggio di Davide, in giro tra i parchi del West, attraversando in auto le sensazionali ed emozionanti strade americane.
Si sarà annoiato? Avrà fatto capricci? Chissà…vediamo cosa ci racconta suo padre nell’intervista che segue…
Torenet82: Domanda a bruciapelo per contestualizzare subito quello che ci racconterai. Quanti anni aveva Davide quando siete partiti per l’ovest degli Stati Uniti?
Giovanni: Anni??? Quando siamo partiti aveva da poco compiuto 9 mesi
T82: Descrivici l’itinerario del bimbo in viaggio
G: Sembrerà strano e volevo prima fare una premessa: questo itinerario è nato proprio, oltre che per l’amore per gli USA, per la possibilità di spostarci in macchina e quindi di poter gestire al meglio le esigenze di Davide. Per quanto riguarda l’itinerario, avendo “solo” 18 giorni a disposizione lo organizzai così:
San Francisco (3 giorni), Yosemite National Park – Sequoia National Park- Death Valley National Park – Las Vegas – Hoover Dam – Bryce Canyon National Park – Zion National Park – Grand Canyon National Park – Salt Lake City – Grand Teton National Park – Yellowstone National Park (3 giorni) – Idaho Falls – Salt Lake City
T82: Quanto è stato lungo il viaggio in aereo e come ha reagito il piccolo? Era il suo primo volo?
G: Il viaggio è stato abbastanza lungo. A parte la tratta Roma – Parigi (circa 2 ore), Parigi – San Francisco è durata circa 12 ore. Eravamo un po’ preoccupati per la reazione del piccolo, invece appena siamo saliti a bordo e messo Davide sul sedile, siamo rimasti stupiti. Ha iniziato ad urlare, non per la disperazione come è facile pensare, ma perchè era felicissimo. Sicuramente il fatto di aver già viaggiato in aereo ci ha aiutato molto, infatti prima di questo viaggio, Davide era già stato a Belgrado (a 5 mesi) e a Zante (a 7 mesi).
Devo dire che, diversamente da quanto può sembrare, quando si viaggia con i bambini sono tutti più gentili, dal personale in aeroporto, per passare alle hostess/steward in aereo e allo staff degli hotel. Tutti quando vedono un bambino/neonato sono pronti a dare sempre una mano.
T82: Viaggi del genere prevedono lunghi tempi in auto. Come si tiene occupato un bimbo in viaggio on the road tutto quel tempo?
G: Un po’ intimoriti ci siamo attrezzati con il suo giocattolo preferito, che ironia della sorte è un peluche di orso e poi con qualche altro giochino, proprio per paura della sua reazione durante gli spostamenti, alcuni anche di 5 ore. Ma anche questa volta ci ha smentito, il peluche è tornato utile soprattutto in aereo, perchè in auto è stato così attratto dal mondo esterno e dalla curiosità delle cose nuove che lo circondavano, che non abbiamo avuto alcun problema. Del resto i luoghi visitati erano così affascinanti per noi, figuriamoci per lui. Immagina solo per un attimo: prendi un bimbo, portalo in mezzo alla natura, quasi sempre con molti animali che lo circondano e la reazione non può che essere fantastica. Non l’ho mai visto così felice e rilassato.
T82: C’è stato un luogo o un avvenimento (che non sia la pappa!) per il quale si è mostrato particolarmente attento o attratto durante il viaggio?
G: Certamente! Come dicevo prima, il suo gioco preferito era un peluche di orso, quindi si può immaginare la sua reazione quando ha visto l’orso dal vivo durante la seconda tappa, al Sequoia National Park.
T82: E ora passiamo davvero alla pappa. Come si gestiscono le necessità cibarie di un piccolo viaggiatore a stento svezzato?
G: Può sembrare difficile, ma non lo è stato affatto, basta organizzarsi e un po’ di pazienza. Ogni mattina prima di intraprendere la tappa prevista, preparavamo la pappa e la mettevamo nel termos, poi per il pranzo, vale il discorso di prima, avevamo l’imbarazzo della scelta in quale fantastico posto farlo mangiare. La cosa che ci è tornata molto utile, portata dall’Italia, è stato un fornellino elettrico da campeggio e un pentolino. Per quanto riguarda il cibo invece, c’è un mondo per i piccoli viaggiatori, dal brodo vegetale liofilizzato a cui aggiungere acqua e pasta, alla frutta in stick, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Un mio consiglio è sì di portarsi delle cose da casa, ma di non caricarsi oltremodo, del resto se nel viaggio è presente almeno una tappa in una città, non avrete alcun problema a trovare cibo per il bambino, anzi avrete il problema opposto, ci sono troppi prodotti tra cui scegliere.
T82: Durante i miei viaggi negli Stati Uniti mi ha sempre sorpreso l’attenzione e la gentilezza degli statunitensi nei confronti dei viaggiatori stranieri e mi è capitato spesso che le persone del luogo si siano interessate al mio viaggio, al perché ero lì e se mi stesse piacendo. Qual è stata la reazione degli Americani alla vista di due viaggiatori europei con un bimbo in viaggio così piccolo?
G: Anche io sono sempre rimasto sorpreso dall’attenzione degli statunitensi nei confronti dei viaggiatori e in questo viaggio ancora di più. Per ogni tappa, ogni volta che ci fermavamo da qualche parte, ci hanno sempre chiesto come ci fossimo trovati lungo il viaggio e negli altri posti visitati e soprattutto se avessimo ricevuto una buona accoglienza. Ricordo allo Zion National Park, ci fermammo per visitarlo e pranzare al centro di accoglienza, dove avevano organizzato la festa della birra in occasione dell’Oktoberfest in Germania. Ci sedemmo per pranzare insieme ad altre persone, in particolare vicino ad una coppia avanti con l’età, i quali subito si misero a giocare con Davide e lo presero in braccio permettendoci di mangiare in tranquillità e sicurezza. Regalarono a Davide delle caramelle gommose che il piccolo accettò molto volentieri.
T82: Grazie al piccolo sicuramente hai dovuto ridurre le miglia negli spostamenti e inserire più tappe. Come avete gestito le giornate?
G: Tranne per Las Vegas e San Francisco, dove c’è vita notturna e i locali sono aperti anche dopo le 21, nelle altre tappe, dopo la giornata passata in giro a visitare il parco di turno, era la giornata stessa a dettare il ritmo anche per la cena. Del resto in mezzo alla natura di sera non si ha molto da fare, se non prepararsi per la tappa successiva. Quindi è stato davvero semplice gestire la giornata e i relativi pasti del bambino. Per quanto riguarda le tappe, come dicevo all’inizio, questo itinerario è nato proprio perchè le numerose tappe e gli spostamenti in macchina ci hanno permesso di gestire al meglio e in maniera perfetta le esigenze di Davide.
T82: Nel viaggiare con bambini ci saranno sicuramente tante gioie ma anche tante difficoltà. Tu che hai viaggiato tanto, anche prima di diventare padre, sapresti dirci quali sono pro e contro di un viaggio con figli piccoli?
G: E’ facile pensare che si affrontino molti disagi e invece vi assicuro che sono di più i pro che i contro. Come già dicevo, a partire dall’accoglienza in aeroporto, quando vedono dei genitori con un bambino piccolo non esitano ad aiutarti, figurarsi negli USA, dove l’attenzione per il turista è quasi maniacale. Non so se capita a voi, ma tanta attenzione a volte non c’è nemmeno a casa nostra.
A dire il vero viaggiare con un bambino ti fa, per forza di cose, vivere e visitare i posti con gli occhi di un bambino e quindi si guarda il viaggio da punti di vista completamente diversi e a cui non eravamo più abituati e che vi assicuro vale la pena rivivere.
T82: Questo viaggio è stato intrapreso nel 2016, ora Davide è un ometto di 3 anni. Ha continuato a viaggiare?
G: Sì, questo viaggio è stato intrapreso dal 1° al 19 ottobre 2016. Dopo quello ovviamente ha continuato a viaggiare. In sequenza Italia, Thailandia, Canada, Strada Romantica in Germania in attesa della piccola Giulia e con l’arrivo della sorellina insieme sono stati ad Otranto (Giulia aveva meno di 1 mese), Malta (dove Giulia aveva 5 mesi) e Giordania nello scorso febbraio 2019.
T82: Pensi che aver cominciato così presto gli abbia portato benefici nella crescita caratteriale e nell’approccio con luoghi e persone?
G: Noto soprattutto l’approccio diverso che ha con gli altri bambini, ha imparato ad integrarsi facilmente oltre che a imparare qualche parolina in inglese che non fa mai male. La differena sostanziale che vedo da molti altri bambini, se lo metto in macchina e gli dico: Davide dobbiamo fare un viaggio lontano di molte ore (come è stato per la strada romantica, 12 ore di fila, ovviamente con soste), lui risponde “Che bello! Evvivaaa!”
Basta portare qualche giochino e il pallone che non deve mai mancare ed è fatta. Quindi in conclusione, decisamente sì, ha portato molti benefici che hanno influito molto sul suo carattere in maniera più che positiva.
T82: Da genitore di due bambini e soprattutto da viaggiatore con due bambini. Che consigli ti senti di dare ai genitori che hanno paura di intraprendere viaggi lunghi o lontano con dei piccoli?
G: Il consiglio che posso dare è che la paura è solo di noi genitori, non viaggiando si perdono il meglio dei loro figli. Certo non bisogna essere incoscienti, perchè prima di tutto ci sono le priorità dei bambini, ma vi assicuro, che viaggiando i bambini apprezzeranno da piccoli e vi ringrazieranno da grandi.