Il Miglio d’Oro, da Ercolano a Torre del Greco
I turisti che arrivano a Napoli, oltre a visitare la città partenopea, raggiungono Ercolano e Pompei per gli scavi archeologici, arrivano in cima al Vesuvio per ammirare il cratere e il fantastico panorama, poi si spingono a Sorrento, proseguendo lungo la costiera amalfitana. Altri prendono il traghetto e approdano alle tre isole del golfo, qualcuno più informato si destreggia tra Oplonti e l’Antiquarium di Boscoreale [nota anche come Città d’Argento, ve ne parlo qui] oppure, se ha voglia e tempo di allontanarsi, raggiunge Salerno e il Cilento.
Nessuno o sicuramente pochissimi turisti conoscono il Miglio d’Oro, non rendendosi conto di girarci intorno, presi dalle importanti mete archeologiche, facendosi trasportare come burattini dai bus turistici, che saltano da un ingresso all’altro, magari lungo l’autostrada e perdendosi tutta la bellezza del tratto da-a…quando invece lui è lì a portata di pochi metri, pronto per farvi vivere una passeggiata nella storia o meglio, un periodo storico, quello del 700 napoletano.
Se siete stati a Napoli e sapete di cosa sto parlando, allora siete bravi e informati, direi viaggiatori/turisti modello. Se invece state cadendo dalle nubi, vi ci accompagno io in questo articolo…
Per Miglio d’Oro si intende un tratto di strada della provincia di Napoli, appartenente all’antica Strada Regia delle Calabrie. Il nome è dovuto all’equivalente distanza di un miglio secondo l’unità di misura del 700, che va dalla pietra miliare posta davanti a Villa De Bisogno di Casaluce nei pressi degli scavi di Ercolano, a quella posta davanti all’istituto scolastico che si trova a circa 150 metri prima di Palazzo Vallelonga a Torre del Greco.
Nell’età contemporanea si tende a considerare Miglio d’Oro l’intera zona che dal quartiere partenopeo di San Giovanni a Teduccio, conduce fino al confine tra Torre del Greco e Torre Annunziata, muovendosi non solo in lungo ma anche in largo, in quanto rientrano in questa zona anche il quartiere napoletano di Barra e la città di San Giorgio a Cremano, più interni e quindi non posti lungo la strada tirrenica.
In verità si tratta di voler accomunare in una sola dicitura quella zona, che grazie ad eventi storici, nobiltà dell’epoca e spettacolarità dal punto di vista territoriale, fu ricoperta di eccezionali opere architettoniche nel secolo XVIII, note come Ville Vesuviane del Settecento.
In questo articolo voglio parlare del Miglio d’Oro strettamente legato a quello che si intendeva nel 700, lasciando spazio al resto in altri itinerari, sia perché ci sarebbe troppo da dire per sintetizzare tutto in un solo articolo, sia perchè preferisco che ogni singolo itinerario sia percorribile a piedi senza allontanarsi troppo.
Perchè visitare il Miglio d’Oro?
Visitare il Miglio d’Oro significa contestualizzare storicamente e rendere completa una visita a Napoli e soprattutto nella sua provincia. Potrebbe infatti non aver senso, o in ogni caso si finirebbe per comprendere poco, la visita agli scavi archeologici, al Vesuvio e perché no, anche della stessa Napoli, senza aver dedicato una passeggiata tra le Ville Vesuviane.
L’esistenza attuale di 122 ville settecentesche nell’area compresa tra il Vesuvio e il mare non è qualcosa di casuale, ma è legata strettamente alla vita di corte di Napoli, alla costruzione della Reggia di Portici, al ritrovamento dell’antica Herculaneum, al Vesuvio e a tanti altri aspetti che spinsero i nobili dell’epoca a scegliere questa zona come loro dimora per le vacanze estive. Un fenomeno che condusse nella stessa zona importanti architetti e artisti dell’epoca, ma anche scrittori e perfino i viaggiatori del Grand Tour d’Europa…Goethe ne è l’esempio plateale.
Itinerario da Ercolano a Torre del Greco
La scelta di percorrere il Miglio d’Oro in un senso o nell’altro non fa differenza. Sicuramente in entrambi i casi si può considerare questa passeggiata l’estensione di una visita di altri luoghi del posto.
Da un lato ci sono gli Scavi di Ercolano,dall’altra il centro storico di Torre del Greco, dove ci sono gli ipogei di chiese seppellite dalle diverse eruzioni vesuviane [un esempio è la chiesa di Santa Maria del Principio di cui vi parlo qui o gli scavi di villa Sora di epoca romana qui]. Quindi prima o dopo la passeggiata sono da considerare questi luoghi, anche perchè in un modo o nell’altro sono a corredo di quanto poi si osserva lungo il Miglio d’Oro.
Partendo dagli scavi di Ercolano, come già detto c’è la pietra miliare del miglio IV davanti a Villa De Bisogno Casaluce, una delle 122 ville vesuviane e tra le 25 che inistono sul territorio della città di Ercolano. I particolari di questa villa sono pochi e oltre gli stucchi che sono intorno alle finestre della facciata, è nota per il pozzo del giardino interno che un tempo era collegato agli scavi.
Intanto la strada che si percorre è quella del Corso Resina. L’aspetto buffo è nel fatto che ora si tratta del Corso Resina di Ercolano, una volta invece (prima di divenire Strada Regia delle Calabrie) era la strada a chiamarsi Herculea e la città Resina.
Più avanti, in direzione di Torre del Greco, c’è sulla sinistra Villa Aprile. Il nome è dovuto all’ultima famiglia di proprietari prima che diventasse un noto albergo lussuoso. In passato fu nota come villa Riario Sforza, nome del duca che la fece costruire.
Per la sua bellezza, al tempo fu definita regina delle ville del Miglio d’Oro e non solo. Ciò che la rende ancora più bella è il grande parco alle sue spalle, che dopo la fontana di Prometeo scolpita a Massa Carrara, lascia immergersi nella parte verde e boscosa della zona più interna.
Dopo l’incrocio del corso Resina con via Aldo Moro, sullo stesso lato di villa Aprile c’è villa Durante, opera di Sanfelice e dapprima proprietà del genovese principe di Teora, poi del generale Durante. Dalla facciata si può notare come l’ultimo piano sia stato aggiunto successivamente. Attualmente vi è anche la sede di un ostello.
Poco più avanti sulla destra c’è villa Tosti di Valminuta, abitata da condomini e mal ridotta. E’ posta vicino al giardino che un tempo apparteneva a villa Durante.
L’incrocio che segue è noto come i Quattro Orologi, anche se di fatto i quattro orologi non ci sono mai stati e con lo stesso nome è ricordata anche la strada che scende verso il mare, che di fatto è via Gennaro Niglio. Lungo quella strada c’è dapprima sul lato destro villa Ravone, meglio nota come villa Maiuri per aver ospitato fino agli anni 80 l’omonimo Centro Internazionale di Studi Archeologici, mentre più avanti sul lato destro c’è villa dei Marchesi Santangelo.
Ritornando sul Miglio d’Oro ritroviamo un susseguirsi di ville da una parte e dall’altra della strada. Si inizia sulla sinistra con villa Arena. L’edificio e la sua facciata imponente hanno subito modifiche nel tempo, ma resta uguale l’ingresso in pietra lavica. Suggestivi, anche se in cattivo stato, i dettagli sulle volte a vela all’ingresso e al primo livello delle scale.
Dall’altra parte della strada c’è invece una delle più belle e meglio conservate delle ville vesuviane. E’ villa Campolieto, iniziata nella metà del 700, porta anche la firma di Luigi Vanvitelli. Stupendo il porticato esterno panoramico verso il mare. Nella seconda metà del 900 fu affidata all’Ente Ville Vesuviane e utilizzata spesso per eventi e mostre. Attualmente è sede della Stoà – Istituto di studi per la direzione e gestione di impresa.
Dal settembre del 2012 l’ingresso di Villa Campolieto e quindi il corso Resina, sono collegati a villa Ruggero, posta internamente rispetto alla strada principale. Ciò grazie al parco del Miglio d’Oro, un’area verde riqualificata grazie ai fondi europei, utilizzata non solo per i bambini ma anche per mercatini, mostre ed eventi locali. Sullo stesso parco, dal lato di corso Resina, insiste anche un’altra villa vesuviana, villa Battista.
E’ la mia preferita e non passerebbe mai inosservata. Perfino chi abita da queste parti, nonostante l’abitudine, finisce sempre per guardarla stupito. Lo slancio delle sue torri, il giardino pensile, il solarium coperto in alto e la monumentale scala in marmo. Uno stile liberty napoletano che richiama l’etnico, a guardarla sembra di fare un viaggio con la mente. Al secondo piano c’è un B&B con camere vista mare.
Ma il Miglio d’Oro non è ancora finito e le ville continuano ad alternarsi, una dopo l’altra. Proprio di fronte a villa Battista c’è villa Favorita, una delle residenze reali borboniche. E’ un’opera di Ferdinando Fuga acquistata in seguito da Ferdinando IV di Borbone e fu proprio sua moglie Maria Carolina d’Austria che la definì “la favorita”, perchè le ricordava la residenza di Shonbrunn a Vienna. La maestosità della villa e soprattutto del parco è impressionante. L’area verde, grazie all’ampliamento successivo, giungeva fino al mare.
La struttura villa – parco resta ancora tale ai nostri giorni e basta dare un occhio dall’alto con google maps per comprenderne la maestosità. Purtroppo lungo la costa viene interrotta prima da una strada e poi dalla ferrovia che ironia della sorte fu voluta proprio dai Borbone. Davanti all’ingresso principale c’è ancora quello che fu l’edificio delle scuderie, recentemente restaurato e utilizzato per eventi e mostre, con annesso bar-ristorante interno.
Sullo stesso lato di villa Favorita, più avanti c’è villa del Principe di Migliano. Purtroppo non è ben conservata ma si possono ancora vedere gli affreschi della volta e la scala su due archi.
Segue dall’altro lato della strada, villa Vargas Machucca, anch’essa abitata e in cattivo stato. L’edificio ha subito notevoli variazioni rispetto a quello che fu, resta lo stemma gentilizio affrescato sulla volta del vestibolo.
Più avanti sulla destra c’è una villa dall’aspetto davvero singolare rispetto a quelle viste. E’ villa Manes Rossi, su singolo livello di colore pompeiano e in buono stato. All’interno c’è uno stupendo giardino e di fianco c’è la piccola chiesa di Santa Maria del Pilar, appartenente alla scomparsa villa Sorge.
Di fronte a quest’ultima c’è villa Lucia, di cui resta molto bella l’esedra con vista verso il Vesuvio e il giardino che termina ad una nicchia su cui ci sono le statue di San Gennaro e due angeli.
Sul confine tra Ercolano e Torre del Greco c’è villa Matarazzo, che da sola meriterebbe un articolo a parte. Nonostante lo stato d’abbandono e degrado che va avanti da decenni, la sua bellezza è ancora evidente. Guardando tra i ferri arrugginiti del cancello di ingresso posto tra due particolari torri, si vede da lontano la villa immersa in un immenso giardino. Se un giorno dovessero finalmente restaurarla, recuperandone la bellezza che fu, sarebbero ben poche le ville vesuviane che potrebbero tenerle testa.
Entrati in Torre del Greco bisogna camminare per altri 500 metri prima di completare il percorso. Intanto sulla destra ritroviamo la chiesa di Santa Maria del Popolo, famosa per il triste bombardamento del 13 settembre del 1943, che distrusse non solo la chiesa ma anche l’ospedale civico “Agostino Maresca” annesso. La chiesa insieme all’ospedale degli Incurabili e alla cappella dei Bianchi di Giustizia, dal 1570 era una succursale delle omonime strutture partenopee costruite ad inizio del XVI secolo, grazie al voto della catalana Maria RequensesLonc che per gli italiani divenne Maria Longo [ve ne parlo in questo articolo della rubrica #napolinside].
Poco più avanti della chiesa, sul marciapiedi di un edificio scolastico, c’è la pietra miliare che segna il miglio V e quindi la fine dell’antico Miglio d’Oro.
Ma una volta arrivati fin qui conviene ammirare la prima villa Vesuviana di Torre del Greco, cioè Palazzo Vallelonga, in ottimo stato in quanto sede di una banca. Il luogo oltre ad essere in pieno centro storico torrese, è a poche decine di metri da quella che in passato fu la zona dove si oltrepassava la porta della città e per questo ancora oggi è nota come Capo Torre o anche ‘ncap ‘a Torre per i locali.
Con Palazzo Vallelonga termina la passeggiata lungo il Miglio d’Oro, lunga quasi 3km. Di seguito vi lascio qualche info su come raggiungere la zona e la mappa delle ville descritte…
Come raggiungere il Miglio d’Oro?
Ercolano: il modo più semplice per raggiungere l’inizio del Miglio d’Oro dal lato di Ercolano è la Circumvesuviana, la linea ferroviaria che partendo da Napoli raggiunge tutti i paesi vesuviani. La stazione di Ercolano è posta a 10 minuti a piedi dagli scavi e quindi da Villa de Bisogno Casaluce.
Ad Ercolano Scavi (questo è il nome della stazione) fermano tutti i treni della linea Napoli – Sorrento e Napoli – Poggiomarino.
Torre del Greco: se invece volete percorrere il Miglio d’Oro partendo da Palazzo Vallelonga, anche in questo caso potete utilizzare la Circumvesuviana delle stesse linee, scendendo alla fermata Torre del Greco. Da lì sono ancora una volta 10 minuti a piedi. L’alternativa nel caso torrese è la ferrovia dello stato, anch’essa distante circa 10 minuti da Palazzo Vallelonga. Le linee utili in tal caso sono la Napoli – Salerno e la Napoli – Castellammare (a Napoli include anche la tratta della metro linea 2).