Route 66 – Da Amarillo a Santa Fe
La tappa che da Amarillo conduce a Santa Fe spacca in due la Route 66, non solo perché c’è il Midpoint ad Adrian, ma anche perché da Amarillo in poi cambiano diversi aspetti. Cambia la natura, che ora diventa del tutto arida, il popolo che è principalmente ispanico o nativo e di conseguenza cambiano anche tradizioni, cultura e il cibo, principalmente messicano e piccante. D’ora in poi si inizia a vivere quell’aria del Far West che non era presente fino ad Amarillo.
Prima di lasciare Amarillo, una sosta obbligatoria è sicuramente il Cadillac Ranch, ovvero dieci Cadillac allineate e piantate nel terreno in mezzo al nulla. Andarci al mattino di buon’ora non è una cattiva idea perchè si ha la possibilità di una foto senza troppi turisti. Munitevi di bomboletta spray se volete lasciare il vostro segno su una delle Cadillac e non lasciatela li’ per terra, la vista di tutte quelle bombolette spray vuote disseminate ovunque è orrenda!
Dal Cadillac Ranch al confine che separa il Texas col New Mexico mancano meno di 100 km.
Tra i primi paesi c’è Vega, non guasta una colazione americana abbondante al Hickory Inn Cafe, ma non prendete dolce e caffè perché vale la pena farlo ad Adrian, dove c’è il Midpoint cafè, ovvero il punto centrale della R66 a 1139 miglia sia da Chicago che da Los Angeles. Lì viene servita la “ugly crust pie” e ci sono come al solito tanti gadget col cartello che indica il Midpoint all’esterno…foto ricordo e via!
Ora si è al ridosso del confine, nella cittadina di Glenrio, divenuta pian piano una ghost town dopo l’avvento dell’Interstate. Già dopo Adrian la Route 66 coincide con la I40 fino al confine, in alternativa ci sarebbe uno sterrato ma è proprietà privata e non si può accedere. Siamo nel bel mezzo del cosiddetto “llano estacado”, cioè l’estesa regione naturale compresa tra Texas e New Mexico.
Superato il confine, la Route 66 si distacca dall’Interstate. Come già visto in Texas, anche qui non ci sono molte città e quelle esistenti sono abbastanza lontane tra loro lungo la strada. A 40 miglia dal confine c’è Tucumcari, graziosa città, la prima dove sembra di essere in Messico. Quello stile messicano che contraddistinguerà questa e la prossima tappa, in Arizona.
Strade con costruzioni in pietra con colori che variano nelle tonalità dell’arancio, murales immensi e un sole che brucia l’asfalto…così mi si è presentata Tucumcari alle 10 del mattino del 8 agosto. Consiglio anche di entrare in qualche locale tipico, a me è piaciuto molto El Pueblito Cafè, si trovano tutti nelle stradine laterali che incrociano la Route66. Sicuramente noto è anche il Blue Swallow Motel, sempre presente nelle gallery fotografiche di chi ha viaggiato lungo la Strada Madre e il Tee Pee Curios, un negozio di souvenir che sulla facciata presenta una tenda pellerossa. Infine il monumento alla Route66 che si trova poco prima di lasciare la città.
Amarillo è già lontana 250km quando di giunge a Santa Rosa, città nella quale la Route 66 presenta una biforcazione. Si potrebbre proseguire verso ovest in direzione di Albuquerque o andare verso nord, lungo l’antico tratto che porta a Santa Fe.
Proseguendo verso nord si lasciano pian piano le distese pietrose e aride, ritrovando il verde e il fresco in quanto Santa Fe è a circa 700 metri di dislivello rispetto a Santa Rosa, quindi il cambio di temperatura è evidente. Da Romeroville in poi la Route 66 corrisponde all’antico Santa Fe Trail, che già agli inizi del 800 collegava l’antica città al Missouri.
Non mi dilungo nel descrivere Santa Fe perché lo farò in un articolo dedicato, ma sicuramente è stata per me una delle città più belle visitate lungo la Route 66. Si presenta come un antico borgo ispanico e lascia subito intendere la sua importante origine storica. Fondata proprio dagli ispanici agli inizi del 600, è la più antica tra tutte le città capitali di stato negli USA e conserva ancora il più antico edificio degli Stati Uniti, ovvero il palazzo del Governatore costruito in adobe (paglia, argilla e sabbia) come molte costruzioni di quella zona.